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Riforme avanti, subito «stretta» su partecipate e fannulloni

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Riforme avanti, subito «stretta» su partecipate e fannulloni

  • –Davide Colombo

roma

Indicato l’obiettivo strategico - vale a dire il licenziamento in 48 ore dei furbetti della Pa che timbrano il cartellino e poi non vanno a lavorare - il presidente del Consiglio deve a questo punto aspettare solo la serata di mercoledì per dare il via libera a primo pacchetto di decreti attuativi della riforma della Pa. Un’accelerazione per l’avvio della fase applicativa di una riforma strutturale che vale come un segnale forte, a Bruxelles, sulla volontà del Governo a non rallentare sull’agenda.

All’insieme di provvedimenti annunciati, che fino a due giorni fa era composto di dieci decreti legislativi e un regolamento di delegificazione, si aggiunge ora almeno un altro testo. Quello, appunto, sui disciplinari rafforzati. Il nuovo articolato dovrebbe prevedere la sospensione da incarico e stipendio entro 48 ore del dipendente pubblico colto (con prove certe) a compiere un’infrazione grave con immediato avvio del procedimento che porta al licenziamento effettivo. Iter che dovrà concludersi in meno dei 60 giorni oggi previsti (un timing spesso superato) e con l’aggiunta di un sanzione certa per il dirigente responsabile del dipendente infedele che non attivasse subito la sospensiva.

Le norme anti-furbetti dovranno essere a prova di ricorsi e anticiperanno di qualche mese il nuovo testo unico del pubblico impiego previsto nella legge delega. Forse portando con sé anche la riorganizzazione degli accertamenti medico-legali sulle assenze nella Pa, con il trasferimento di tutte le competenze all’Inps. Ieri i sindacati hanno risposto al premier di essere i primi a sostenere che l’assenteismo ingiustificato va punito ma hanno criticato il metodo annunciato tornando a chiedere il rinnovo del contratto.

L’altro provvedimento evocato da Matteo Renzi riguarda le società partecipate. In questo caso il testo unico di riordino è pressoché chiuso e dovrebbe portare, entro il primo anno di applicazione, al taglio di circa duemila aziende. A regime l’obiettivo, ribadito dal premier, è portare le aziende partecipate pubblico-private da 8mila a mille con una regulation che dovrebbe bloccare proliferazioni future, visto il ridimensionamento delle finalità perseguibili mediante l’acquisizione e la gestione delle partecipazioni pubbliche rispetto a quelle esistenti e visto che si potranno costituire solo Spa e Srl. Qui i «nodi» ancora aperti riguardano la collocazione dell’organo di vigilanza previsto - se sarà a palazzo Chigi o al ministero dell’Economia - che avrà poteri significativi in materia di controllo delle aziende. E proprio sulla questione delle responsabilità restano poi da affrontare le obiezioni sollevate dai magistrati contabili, le cui competenze verrebbero limitate ai soli danni erariali subiti dagli enti proprietari, mentre gli amministratori delle società resterebbero soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali.

Nella batteria degli altri provvedimenti attesi mercoledì l’attenzione del mondo delle imprese è focalizzato sulla nuova Conferenza dei servizi (che si svolgerà quasi sempre via mail e non durerà più di 60 giorni) e sul regolamento che trasferisce a palazzo Chigi i poteri sostitutivi in materia di autorizzazioni per grandi opere e grandi insediamenti produttivi al fine di dimezzare i tempi delle procedure. Nodi ancora da chiarire sarebbe infine sull’accorpamento dei Forestali nell’Arma dei carabinieri con l’opzione per chi passa da un comparto civile a un corpo militare.

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