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La Commissione europea e le manovre di Selmayr

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Rumors da Bruxelles

La Commissione europea e le manovre di Selmayr

In rue du Marteau, a Bruxelles, dove ha sede la Rappresentanza italiana presso l'Unione europea, non ne vogliono neppure sentire parlare. Stefano Sannino è ancora il rappresentante permanente, l'ambasciatore italiano presso le istituzioni europee. Ma più fonti hanno riferito che a Sannino sarebbe arrivata nei giorni scorsi da Martin Selmayr, capo di gabinetto di Juncker, la proposta di tornare a lavorare in Commissione, nel ruolo di direttore generale dell'Immigrazione. Sarà vero? Qualcuno soffia sul fuoco della polemica tra Roma e Bruxelles? La proposta a Sannino, se confermata, giungerebbe in una congiuntura di eventi molto particolare. Sannino, infatti, è considerato in partenza dalla sede di Bruxelles con destinazione Madrid. Entro gennaio - hanno affermato nei giorni scorsi fonti del governo - sarà approvata la nomina del suo successore. Un mese fa, in occasione del Consiglio europeo di dicembre, il premier Matteo Renzi (protagonista dello scontro verbale con Angela Merkel), non aveva smentito le indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera secondo cui Renzi aveva deciso alcuni cambi di sede degli ambasciatori, tra cui quello più importante era proprio Sannino. Da allora è passato un mese ma non è successo nulla. Sannino è ancora a Bruxelles.

In realtà però qualcosa è successo. Alla vigilia di Natale, cioè pochi giorni dopo il summit Ue, Carlo Zadra, esperto giuridico e unico italiano del gabinetto di Juncker, si dimette per dissidi con il capo di gabinetto, Selmayr che ha svuotato le deleghe di Zadra su immigrazione e affari interni affidandole ad un inglese. Il governo italiano reagisce e chiede che Selmayr sostituisca Zadra con un altro italiano. Passano dieci giorni e circola l'indiscrezione sulla proposta di Selmayr a Sannino, negli stessi giorni in cui Juncker in conferenza stampa sbotta contro il premier Renzi, Renzi replica e la tensione resta alta.

Impossibile avere conferme ufficiali della proposta. Non è dato sapere se Sannino, nominato rappresentante permanente dal governo di Enrico Letta nel 2013, rientrerà in Commissione (dove ha lavorato dal 2002 al 2008, prima nel gabinetto Prodi e poi come direttore generale in varie Dg) o resterà diplomatico italiano in una sede diversa da Bruxelles. C'è chi sostiene che avrebbe già rispedito al mittente la proposta di Selmayr, una proposta che - anche solo a giudicare dalla sequenza dei fatti – potrebbe avere i contorni di un “diplomatico” sgarbo istituzionale. Secondo fonti autorevoli, Sannino è fermamente intenzionato ad andare a Madrid ma c'è chi legge nell'offerta di Selmayr il tentativo di indebolire le richieste italiane di riavere un connazionale nel gabinetto del presidente Juncker. Da registrare, tuttavia, che secondo altre fonti all'interno del gabinetto Juncker prevale l'orientamento a garantirsi comunque un'adeguata rappresentanza italiana. Nelle prossime settimane assisteremo agli inevitabili sviluppi della vicenda.

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