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Moscovici: «È un malinteso, l'Italia ha usufruito di flessibilità più degli altri»

«Un malinteso di cui nessuno davvero ha bisogno e che sono sicuro verrà superato al più presto». Il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, il francese Pierre Moscovici, l'uomo che supervisiona i budget nazionali, ha commentato così lo scontro verbale della scorsa settimana tra il premier Matteo Renzi e il presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker. Pur lasciando trapelare una critica, neppure tanto velata, al capo del Governo italiano.
«Mi sembra francamente paradossale – ha detto Moscovici – che ci sia una pesante critica nei confronti di Bruxelles da parte del Paese che più di ogni altro in Europa sta utilizzando la clausola sulla flessibilità dei bilanci».

«L'Italia chiede per il 2016 uno 0,3% di flessibilità sugli investimenti, uno 0,5% a titolo delle riforme strutturali e uno 0,2% per la gestione dei migranti», ha spiegato Moscovici, facendo capire che da parte della Commissione c'è un atteggiamento di grande ascolto e sostanzialmente favorevole alle richieste italiane.
Il commissario ritiene comprensibile che in simili frangenti ci sia da parte del Paese una pressione nei confronti di Bruxelles, ma aggiunge che questa pressione non deve essere esagerata.
Moscovici ha ovviamente difeso Juncker, sostenendo che «da parte del presidente della Commissione non ci sono state accuse, ma una risposta alle critiche formulate dall'Italia». «Non c'è alcuna offesa, o offensiva – ha detto – da parte di Juncker nei confronti dell'Italia. Soltanto una messa a punto».

«Conoscendo sia Renzi sia Juncker – ha proseguito – credo che si tratti anche di una questione di caratteri, in entrambi i casi non facilissimi. Penso però che simili scontri siano sterili e che per andare avanti servano dialogo e ricerca del compromesso».
«Juncker – ha detto ancora il commissario europeo – andrà presto a Roma e sono sicuro che tutto si risolverà. Io ci metterò del mio, farò la mia parte perché si vada in questa direzione. Renzi ha talento e l'Europa ha bisogno di un'Italia che non si senta nel mirino».
Durante una conferenza stampa, venerdì scorso a Bruxelles, Juncker aveva reagito con inusuale durezza alle critiche provenienti da Roma.

In generale sul tema della flessibilità di bilancio e in particolare su una serie di punti specifici: dalle iniziative di Roma nel settore bancario (il piano di salvataggio dei quattro istituti di credito e la costituzione della bad bank cui conferire i crediti inesigibili) ai fondi da destinare alla Turchia per la gestione dei migranti.
Una situazione di alta tensione che ha sullo sfondo proprio la delicata e complessa questione della flessibilità nell'esame del deficit, visto che a Bruxelles (e in Europa) non mancano le voci critiche nei confronti di un'Italia ad altissimo debito.

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