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Cina, crescita ai minimi da 25 anni

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Asia e Oceania

Cina, crescita ai minimi da 25 anni

  • –Rita Fatiguso

pechino

La crescita cinese del quarto trimestre si ferma a 6,8% in linea con le previsioni, contro il 6,9% di quella registrata nell’intero 2015. È una boccata di ossigeno per i mercati che hanno registrato un pessimo inizio d’anno incassando, finora, perdite intorno al 20 per cento. Ma se arrivano segnali di stabilizzazione per l’economia cinese, e per la prima volta quest’anno la borsa di Shanghai incassa due sedute consecutive in rialzo, è solo grazie ai dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica nella conferenza annuale più importante. Lo Shanghai Composite positivo del 2,1% a 2,974.04 sul finale ringrazia, ma ciò non basta a fugare i dubbi sullo stato reale dell’economia cinese.

Il Fondo monetario ieri ha emesso un verdetto molto duro fissando l’aspettativa di crescita addirittura al 6,3% dopo aver registrato un tasso di espansione nel 2015 del 6,9%, il più basso degli ultimi 25 anni. L’economia cinese è dunque destinata a rallentare ulteriormente il proprio passo di marcia. Le proiezioni dell’Fmi, invariate rispetto alla pubblicazione di ottobre, sono di un +6,3% quest’anno e un +6% per il prossimo. L’evoluzione della situazione in Cina, osserva il Fondo, e la possibilità che si registri un rallentamento più sensibile del previsto, rimane tuttavia un elemento di rischio per l’economia globale. Insieme all’andamento dei prezzi del greggio è uno degli elementi che possono far deragliare l’economia globale. Nel 2014 la Cina era cresciuta del 7,3% e nel 2013 del 7,7 per cento.

Siamo ben al di sotto di quella linea del Piave tracciata dallo stesso Xi Jinping nel giorno in cui è stata diffusa la bozza del 13esimo piano quinquennale. Infatti – stando ai dati ufficiali sempre a rischio di essere poco affidabili - l’economia cinese è cresciuta del 6,8% nel quarto trimestre rispetto al 2014, in linea con le aspettative. Certo è la più debole congiuntura dai tempi della crisi finanziaria globale, con il Governo di Pechino sempre in bilico tra interventi a sostegno dei mercati e tentativi di ampliare il raggio di azione della finanza cinese alle dinamiche dei mercati globali.

Non a caso ieri si sono rincorse le voci e le smentite di dimissioni da parte di Xiao Gang, il gran capo della Csrc, la Consob cinese. Il Sole 24 Ore aveva rilevato i rumors, ripresi ieri da un’agenzia Reuters e smentiti ufficialmente dalla Csrc, il che crea davvero grossi problemi di gestione politica degli assestamenti dei mercati cinesi.

Trimestre su trimestre la crescita è stata leggermente al di sotto delle aspettative, dell’1,6 per cento, e questo lo ha ammesso l’Ufficio nazionale di statistica. Gli economisti avevano previsto una crescita dell’1,7% su base trimestrale, rispetto a una lettura rivista del 1,8 per cento del trimestre precedente.

La crescita per l’intero anno è stata del 6,9 per cento, sostanzialmente in linea con l’obiettivo del Governo di circa il 7 per cento. Pesano fattori strutturali come le esportazioni deboli, l’overcapacity, un mercato fabbrica sovraccapacità, un mercato immobiliare morbido, elevati livelli di debito, gli investimenti che rallentano e la campagna anti-corruzione perseguita con tenacia dal Governo. Alcuni osservatori di mercato ritengono che il tasso di crescita reale può essere molto più debole di quanto suggeriscano i dati ufficiali.

Il valore aggiunto della produzione industriale in Cina è aumentato del 5,9% a dicembre rispetto al 2015, con un rallentamento della crescita del 6,2% nel mese di novembre. Mese su mese, la produzione industriale è aumentata dello 0,41% nel mese di dicembre da novembre, quando la produzione è salita dello 0,58%, a partire da ottobre. Per l’intero anno del 2015, la produzione industriale è cresciuta del 6,1%, più lento di un incremento dell’ 8,3% degli investimenti fissi 2014.

L’aumento dell’indicatore delle costruzioni è stato inferiore rispetto alla previsione mediana degli economisti con un guadagno del 10,2%. Le vendite al dettaglio sono cresciute dell’11,1% a dicembre rispetto all’anno precedente, rallentando da un aumento del 11,2% di novembre. Le vendite al dettaglio sono aumentate 0,82% nel mese di dicembre a partire da novembre. Nel mese di novembre, sono aumentate dello 0,86% rispetto al mese precedente. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 10,7% nel 2015, molto meno rispetto alla crescita del 12,0% nel 2014.

Lo scenario dei prossimi giorni è comunque sempre incerto, la Banca centrale avrebbe in cantiere una nuova iniezione di liquidità da 84 miliardi di dollari, una manovra da attuare nei prossimi giorni.

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