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Tokyo: il Duca del clan Scott presta la “Madonna dell'Aspo”…

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Tokyo: il Duca del clan Scott presta la “Madonna dell'Aspo” di Leonardo

TOKYO – Il suo nome e' chilometrico: Richard Walter John Montagu-Douglas-Scott, X Duca di Buccleuch e XII Duca di Queensberry, nonche' capo del clan scozzese Scott. E' lui che ha prestato la “Madonna dell'Aspo” di Leonardo per la mostra appena aperta all'Edo-Tokyo Museum, in avvio delle celebrazioni per i 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone. Da circa 250 anni, dice, il famoso dipinto “fa parte della famiglia”, con un intervallo di circa 4 anni in quanto fu rubato 12 anni fa dal castello di Drumlanrig, in Scozia. “Fu uno shock e una tragedia – afferma il Duca -. Mio padre fu sconvolto che il furto fosse avvenuto mentre era lui il custode delle collezioni di famiglia. E purtroppo mori' un mese prima che la polizia lo recuperasse (nel 2007)”. Stimato a un valore di almeno 30 milioni di sterline, dopo il furto il Duca ha rinunciato a tenerlo in uno dei suoi castelli: l'ha concesso in deposito alla Galleria Nazionale scozzese di Edimburgo.

Alla sua prima trasferta fuori dall'Europa, fa da fulcro a una mostra che presenta altre insigni opere leonardesche, come il Codice sul Volo degli Uccelli della Biblioteca Reale di Torino e disegni nella collezione delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. “I miei avi fecero il Grand Tour in Francia e in Italia e lo acquistarono da un proprietario francese verso la fine del ‘700 – continua il Duca – Ma gia' nel ‘600 avevamo legami con l'Italia: un mio antenato studio' all'Universita' di Padova. Abbiamo trovato nell'archivio di famiglia sue poesie d'amore in italiano. A dir la verita' probabilmente non sono eccelse. Ma certo in famiglia sentiamo una affinita' con la cultura italiana. E sono felice di condividerla”.

“Il quadro risale al 1501 – dice il prof. Alessandro Vezzosi, curatore della mostra - Ci presenta delle parti che ci portano ad affermare che solo Leonardo poteva dipingerle: la roccia animata come per una geosofia (simbolo di vita del microcosmo terrestre), l'incarnato del bambino, il volto straordinario della Madonna. Una tecnica raffinatissima delle velature e dello sfumato. Solo con il San Giovanni e in particolare con la Gioconda del Louvre troviamo qualcosa di simile. C'e' una emanazione di luce che proviene dalle figure. Una luce tecnica ma anche qualcosa di filosofico, un presagio: la luce come epifania di un destino, del futuro di salvezza dell'umanita'”.
La figura della Madonna – archetipo femminile della “Grande Madre” - ruota e quella del bambino si avvita in diagonale in una dinamica senza precedenti. “Il bambino tiene questo aspo: una doppia croce. Per un verso, serve alla Madonna per tessere i destini dell'umanità'; per l'altro il bambino ne indica la parte superiore, che e' la croce del suo sacrificio per la salvezza del mondo”. Una complessita' iconografica e una maestria tecnica con cui “Leonardo tocca il vertice assoluto tra i suoi dipinti di Madonne”.

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