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Commissione Ue: sospensione Schengen non è sul tavolo

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controlli alle frontiere

Commissione Ue: sospensione Schengen non è sul tavolo

Non c'è «nessuna sospensione di Schengen sul tavolo» della Commissione europea. Lo ha chiarito la portavoce Natasha Bertaud in riferimento alle indiscrezioni della stampa italiana su una possibile modifica del codice sullo spazio europeo di libera circolazione delle persone che consentirebbe una durata massima fino a due anni dei controlli alle frontiere interne.

Ue: sospensione Schengen non è sul tavolo
Quello di cui si sta discutendo, ha precisato la portavoce, è piuttosto la possibilità di utilizzare le regole del codice Schengen, in particolare l'articolo 23, l'articolo 25 e l'articolo 26, per prolungare al di là dei 6 mesi massimi previsti la durata del ripristino del controllo alle frontiere. A chiederlo è la Germania, che ha introdotto i controlli per frenare il flusso senza precedenti di profughi in arrivo e che ne avrà diritto fino al prossimo mese di maggio. Per decidere se potrà prolungare il periodo anche oltre, ci sarà bisogno dell'accordo del Consiglio, su parere della Commissione, ha spiegato Bertaud. Dell'argomento, ha aggiunto, parleranno i ministri degli Interni dei Ventotto lunedì ad Amsterdam, durante la colazione del primo giorno della riunione informale del Consiglio Giustizia e Affari Interni a presidenza olandese. Alla riunione, parteciperanno per l'Italia i ministri dell'Interno Angelino Alfano e della Giustizia Andrea Orlando.

Schauble: se Schengen distrutto Europa in pericolo
Una posizione, quella della Commissione Ue (non c’è «nessuna sospensione di Schengen sul tavolo») rilanciata anche dalle principali capitali europee. «Se il sistema Schengen viene distrutto, l'Europa è drammaticamente in pericolo, dal punto di vista politico ed economico» ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, allo Spiegel on line.

Renzi: sospendere Schengen? Si mette a rischio idea Ue
Identica la linea del governo italiano. Per il premier Matteo Renzi, intervistato stamattina a Radio Rtl, l’ipotesi di una chiusura di Schengen«metterebbe a rischio l'idea stessa d'Europa». Non solo. «Sospendendo Schengen non si bloccano i terroristi» ha aggiunto il presidente del consiglio.

Grasso: inammissibile mettere in discussione Schengen
Moniti simili sono arrivati oggi dal presidente del Senato Pietro Grasso intervenuto alla cerimonia di conferimento del riconoscimento Altiero Spinelli al presidente emerito Giorgio Napolitano. «Qualcuno inammissibilmente mette in discussione i grandi principi, addirittura la libera circolazione - ha scandito Grasso -. Io rigetto con forza qualsiasi benché minimo arretramento sulle libertà, sui principi di civiltà e sulle acquisizioni della nostra Europa. E ha aggiunto: «Fuori dall'Unione non esiste futuro per l'Europa, contro l'Europa non esiste futuro per l'Italia».

Napolitano: non si mini accordo Schengen
Anche per l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «bisogna perseguire una stretta intesa tra le leadership dei maggiori paesi», in particolare in merito alla drammatica priorità dei flussi migratori per «combinare e non contrapporre accoglienza e sicurezza e non minando il fondamentale impianto di Schengen». Quanto alle recenti fibrilllazioni tra il premier Renzi e il presidente della Commissione Ue Juncker, secondo Napolitano «tra Roma e Bruxelles non c'è nessuna resa dei conti in vista, se non nei titoli a sensazione di qualche giornale». Possono esserci «confronti e chiarimenti obiettivi» e certamente ci saranno «intese ragionevoli».

Mogherini: risposta europea, no soluzioni nazionali
Intanto l'alto rappresentante Ue per la politica estera Federica Mogherini, intervenendo ad un panel in occasione dei lavori del World Economic Forum a Davos (Svizzera), ha sottolineato che per affrontare le sfide dell'immigrazione e la questione dei rifugiati, una forte risposta europea è fondamentale. «Per mesi - ha aggiunto - abbiamo fatto dei tentativi che non hanno funzionato, le soluzioni nazionali infatti finora non hanno offerto alcuna via d'uscita».

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