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Usa, tredici morti e città chiuse per la bufera

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Usa, tredici morti e città chiuse per la bufera

Sono tredici i morti causati dalla tempesta di neve Jonas che sta paralizzando gli Stati Uniti. Si tratta di vittime di incidenti stradali.

Il maltempo ha inoltre provocato la cancellazione di quasi 10mila voli - tra il 70% negli scali di Washington e New York - e secondo gli esperti il peggio deve ancora venire. La neve, che ha raggiunto finora il massimo livello di 71 centimetri in West Virginia a Terra Alta, vede undici Stati in emergenza sulla costa orientale.

Lo stato di emergenza coinvolge Georgia, Tennessee, Pennsylvania, Maryland, Kentucky, Nord Carolina, New Jersey, New York, Virginia e West Virginia e Washington.

La capitale si è fermata con le strade deserte anche in centro e i ristoranti chiusi, le autorità hanno messo in guardia dal rischio di black-out di energia elettrica, già oltre 135mila persone sarebbero senza luce. Ma la bufera di neve non ha colto di sorpresa i cittadini avvisati da giorni dai meteorologi.

Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha deciso di bloccare la circolazione di tutti i mezzi stradali e ha spiegato che la tempesta di questi giorni è una della cinque peggiori perturbazioni della storia della città. «Va male e peggiorerà rapidamente», ha avvisato De Blasio. Chiusi i ponti e i tunnel che uniscono Manhattan al resto della metropoli. A Central Park già ieri mattina si contavano quasi 30 centimetri di neve ma secondo il Servizio Metereologico Nazionale si arriverà a 75 centimetri.

Sono 85 milioni le persone, un quarto della popolazione americana, che stanno soffrendo il passaggio di Jonas che porta anche grandine, venti che soffiano fino al 90 chilometri all’orari e inondazioni. Gli esperti alla tv e alla radio consigliano ai cittadini americani di restare chiusi in casa e nel caso dovessero uscire di non farlo mai da soli. Un miglioramento potrebbe arrivare solo questa sera ma prima che Jonas si esaurisca - secondo il National Weather Service - potrebbe aver causato più di un miliardo di dollari di danni.

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