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Addio al contante, dopo Svezia e Danimarca tocca all'Australia: oltre la metà dei pagamenti “cashless”

A Melbourne crescono gli esercizi commerciali che non accettano contante. Secondo la Westpac Bank il Paese sarà totalmente cashless entro il 2020. Intanto in Norvegia arriva il monito della DNB: il contante alimenta il mercato nero. Se le cashless society siano o meno la soluzione a tutti i mali collegati al danaro contante è ancora presto per dirlo. Per ora l'unica cosa certa è che il tema si presta a dibattiti molto accesi fra chi è convinto che i pagamenti elettronici possano mettere fine a corruzione e sommerso, e chi invece ritiene che senza contante si perderebbero libertà finanziarie e percezione degli acquisti.

Discussioni a parte, però, i progetti di cashless society continuano a crescere, spinti da tecnologie applicate alla finanza (la cosiddetta fintech) che non smettono di stupire. E in questo senso, il lavoro di big come Apple e Google, pronti a sbarcare nel mondo dei pagamenti elettronici, si fa sentire.

Qualche mese fa scrivevamo di Svezia e Danimarca, due Paesi ormai pronti a dire addio al denaro contante, coi rispettivi governi che lavorano alacremente per rendere ogni servizio pagabile attraverso carta di credito o smartwatch. Ma c'è un altro Paese che sta facendo passi da gigante in questo senso, e che molto presto potrebbe veramente fare a meno del contante: l'Australia.

Secondo un recente studio della Westpac Bank, una delle maggiori banche australiane, il Paese è pronto a diventare totalmente cashless entro il 2022. Ma questo 2016 sarà un anno cardine. La banca ha stabilito che già più della metà di tutti i pagamenti effettuati in Australia sono effettuati elettronicamente. Più dell'80% degli australiani possessori di uno smartphone vorrebbero pagare ogni cosa attraverso una App. Inoltre, il centro australiano “Financial Studies” ha rilevato che già nel 2013 il valore delle transazioni elettroniche è stato superiore ai prelievi di contante.

Le carte oltre il pagamento
Quello che spinge molti australiani ad utilizzare le carte di credito non è semplicemente la comodità di non portarsi dietro denaro contante. La politica utilizzata dalle compagnie creditizie è vincente. Esistono molti servizi di personal concierge legati alle carte premium. E a Sidney sono diventati un'abitudine. Vengono utilizzati per trovare un appartamento da affittare, ma anche molti altri tipi di consulenze, come prenotare una visita medica o l'intervento di un idraulico. A Melbourne, gli esercizi commerciali che hanno già detto addio al contante sono in crescita. Sam Canning è stato uno dei primi, abolendo l'utilizzo di contante nella sua macelleria. «Ho almeno mezz'ora di tempo libero in più ogni giorno, non dovendo andare in banca a depositare gli incassi giornalieri» ha detto ai giornali che lo hanno contattato.

In Italia l'esempio di Bergamo
In Italia ipotizzare una cashless society è abbastanza difficile. Proprio in queste settimane il limite di utilizzo del contante è stato portato da 999 a 2999 euro. Il nostro Paese, poi, è agli ultimi posti in Europa per pagamenti elettronici. L'esempio più interessante è quello di Bergamo, premiata come cashless city, dove grazie a un progetto i cittadini che utilizzano strumenti elettronici di pagamento vengono premiati.

L'allarme della Norvegia
Intanto, proprio in questi giorni, la DNB – la principale banca norvegese – ha chiesto al governo di applicare misure affinché il Paese possa seguire l'esempio di Svezia e Danimarca, diventando cashless. Secondo la DNB il 60% del denaro che circola in Norvegia è fuori dal controllo del governo e viene utilizzato in sistemi di riciclaggio di denaro e mercato nero.

Twitter: @biagiosimonetta

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