L’assenteismo dei dipendenti pubblici? Non abita solo in Italia. Ne sanno qualcosa a Montpellier, città occitana con poco più di 250mila mila abitanti nel Sud della Francia. È qui, secondo l’ultima fotografia scattata dall’Ifrap, la Fondazione per la ricerca sulla pubblica amministrazione, che i funzionari detengono il record: ben 39 giorni all’anno. Le motivazioni non sono legate a un’esplosione del numero di congedi parentali ma di “permessi ordinari per malattia”. A livello regionale guida invece la classifica il Nord-Passo di Calais, con 35 giorni di assenza dal lavoro. Il fenomeno è diffuso in tutto il Paese e dal 2007 ad oggi le scrivanie vuote sono aumentate del 18 per cento. Troppo per il ministro della Funzione pubblica Marylise Lebranchu che all’inizio del 2015 ha acceso un faro sul fenomeno, intensificando i controlli.
La stampa si infiamma e l’opinione pubblica si divide. Alcuni chiedono di reintrodurre il cosiddetto «délai de carence», una soluzione ideata nel 2012 dal governo Fillon che ha equiparato le regole sui permessi per malattia del settore pubblico a quelle del privato, dove il diritto all’indennità per malattia scatta solo dopo tre giorni di inattività . È poi previsto un tetto all’indennità che non deve superare i 43 euro al giorno. La misura viene soppressa con la Legge di stabilità 2014. Lo scorso agosto, però, arriva il colpo di scena: il Senato la reintroduce in un emendamento alla legge Macron sulla crescita del Paese. A detta dei firmatari il «délais de carence» ha ridotto l’assenteismo nel settore publico consentendo risparmi per 60 miliardi nel primo anno di applicazione. La modifica non supera l’esame dell’Assemblea nazionale e scompare dal testo definito approvato. Il ministro dell’Economia Emmanuel Macron respinge al mittente le critiche e ai difensori della parità di trattamento tra settore pubblico e privato risponde che a conti fatti anche se assenti per malattia «due terzi dei dipendenti privati non perdono la loro remunerazione grazie alle convenzioni collettive». Quindi, a detta del governo, non ha senso sanzionare solo i dipendenti pubblici.
Il dibattito prosegue in attesa di nuovi sviluppi.
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