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GLOBAL CREATIVITY INDEX

Perché l'Australia è il paese più creativo al mondo (e l'Italia è 21esima)

Alcuni la chiamano «the lucky country», il paese fortunato. E c'è chi può confermare: l'Australia svetta in un ranking di 139 nazioni come il paese più creativo al mondo, davanti a Stati Uniti, Nuova Zelanda e una top 10 che va dal Canada a Singapore. È il primato consacrato dal Global Creativity Index, l'indice sulla creatività stilato dal Martin Prosperity Institute sulle base delle cosiddette tre “T”: tecnologie (investimenti in R&D e totale di brevetti pro capite), talenti (forza lavoro nelle “classe creativa” e grado medio di istruzione terziaria) e tolleranza: il grado di apertura mentale, calcolato secondo la quota di residenti che reputa il suo paese un «buon posto» per minoranze etniche, religiose e comunità Lgbt. L'Italia? Compare in 21esima posizione, a pari merito con Hong Kong.

La top 10: l'Australia scalza gli Stati Uniti
L'Australia gode di un creativity index dello 0,970, spinto all'insù dagli exploit di talento (1ma su scala mondiale), tolleranza (4a) e tecnologie (7a). Il nuovissimo Continente registra un 45% della forza lavoro all'interno della cosiddetta classe creativa, categoria che va dalla ricerca scientifica ai media, mentre il tasso di popolazione iscritta a un corso terziario sfonda il tetto dell'80%. Quanto alla “global tolerance”, Canberra risulta il nono miglior paese al mondo per integrazione di minoranze etniche e l'ottavo con meno pregiudizi sulle persone gay.
Il resto del podio è completato da Stati Uniti (0,950) e Nuova Zelanda (0,949). Gli States si aggiudicano il terzo e il quarto posto al mondo per talento e tecnologie, grazie a una quota imponente di brevetti “pro capite” (1.644 per ogni milione di abitanti) e un tasso di popolazione iscritta a forme di educazione terziaria che raggiunge il 94%. La Nuova Zelanda svetta come primo paese al mondo per «tolleranza globale» e si mantiene nelle prime 10 posizioni anche per sviluppo tecnologico (7a) e dei talenti (8a). Seguono il Canada (primo al mondo per tolleranza), il quinto posto ex aequo di Danimarca e Finlandia, Svezia (7a), Islanda (8a, seconda sia su talenti che tolleranza), Singapore (9a) e Paesi Bassi (10a).

Perché la creatività produce crescita
È la stessa indagine a sottolineare come la creatività sia un fattore di crescita meno ovvio degli indicatori tradizionali. Ma il nesso si fa molto più evidente quando si parla di uno sviluppo collegato al capitale umano, fattore decisivo nell'era di digitalizzazione e industria 4.0. Secondo l'indagine, un grado di creatività più elevato influisce su fattori come produttività pro capite, competitività di sistema e spinta imprenditoriale - oltre a incidere su macro-questioni come urbanizzazione e grado di disuguaglianza sociale. Qualche esempio? Sempre al capitolo tecnologie, la “creatività” si rispecchia negli investimenti in R&D come leva per la crescita del Paese: Israele si spinge al 4,4% del Pil, seguito da Finlandia (3,84%), Corea del Sud (3,74%), Svezia (3,38%) e Giappone (3,26%).

L'Italia è 21esima: bene la tecnologia, solo 38° per tolleranza
E l'Italia? La 21esima posizione (0,750), dietro all'Austria e davanti al Portogallo, è frutto del dislivello tra gli standard riscontrati nelle “tre T”. Nell'ordine: discreta la posizione per sviluppo tecnologico (25ma), seguita di pochi gradini dalla capacità di esprimere “talento” a livello di studi ed occupazione (30ma). Meno brillante il bilancio sulla tolleranza: la Penisola scivola fino alla 38° posizione, trainati al ribasso dagli standard sul grado di apertura nei confronti di minoranze etniche (68esima posizione, quasi 30 gradini sotto l'Ungheria) e mondo Lgbt (29esima: Olanda e Spagna sono terza e prima).

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