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Rouhani: i prezzi bassi del petrolio non dureranno a lungo. Ma…

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da parigi

Rouhani: i prezzi bassi del petrolio non dureranno a lungo. Ma c’è l’incognita Arabia

Fra i tanti argomenti in queste ore a Parigi, la seconda tappa del viaggio dopo Roma, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha toccato il tema dell’energia. Dalla Francia che lo accoglie fra notizie e smentite di altre sanzioni contro l’Iran per via dei test balistici, Rouani dice che i prezzi bassi del petrolio non dureranno a lungo e i paesi produttori riporteranno in equilibrio il mercato. «Il prezzo del petrolio a questo basso livello... non credo durerà a lungo. C’è una pressione di Paesi produttori di petrolio che porterà a un riequilibrio in breve tempo». L’Iran, terzo produttore all’interno dell’Opec - il cartello dei paesi esportatori di petrolio da novembre 2014 ha deciso contro il taglio della produzione che ha fatto crollare il prezzo - ha tutto l’interesse a rilanciare le esportazioni, ora che sono state cancellate le sanzioni grazie all’accordo sul nucleare con gli Stati Uniti e le altre potenze del cinque più uno. Tanto che il giorno dopo il superamento delle sanzioni, Teheran era pronto a ordinare un aumento di produzione di 500mila barili al giorno da immettere sul mercato.

Oggi invece il mercato festeggia le dichiarazioni da Mosca, in particolare le parole del ministro dell’Energia Alexander Novak secondo cui vi sarà un accordo di produttori Opec e non Opec per un taglio del 5% della produzione in modo da alzare il prezzo del crude ora a 33 dollari a barile. La cosa dovrebbe essere discussa e decisa in un incontro a febbraio. Sempre da Parigi però il ministro del petrolio iraniano Bijan Zanganeh dice che Teheran non è stata contatta da Mosca: «Non ne so nulla» dice il ministro nella mattina in cui conclude un accordo con la francese Total.

Rouhani individua la responsabilità del persistere di prezzi bassi nella tensione regionale fra la potenza sciita cioè l’Iran e quella sunnita, l’Arabia saudita, le cui scelte contro i tagli di produzione hanno portato al crollo del prezzo negli ultimi 14 mesi. Il problema ora è capire cosa farà proprio Riad che sinora non ha dato segno di voler andare verso un taglio della produzione, ma ha continuato a immettere petrolio nel mercato e convinto i suoi alleati nel Golfo - Kuwait, Qatar e Emirati Arabi - a fare lo stesso, nonostante le pressioni degli altri membri Opec.

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