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La Spagna continua a correre: Pil in crescita del 3,2% nel 2015

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BENE ANCHE L’OCCUPAZIONE

La Spagna continua a correre: Pil in crescita del 3,2% nel 2015

La Spagna continua a correre nonostante i dubbi sulla crescita globale e le nuove tensioni sui mercati finanziari. Negli ultimi tre mesi del 2015, il Pil spagnolo ha fatto segnare un aumento dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, mantenendo così lo stesso ritmo dell’estate, e del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2014. I dati preliminari dell’Ufficio nazionale di statistica di Madrid indicano inoltre per l’intero 2015 un’espansione dell’economia del 3,2%, il maggiore dal 2007. A frenare l’economia potrebbe essere tuttavia la paralisi politica nella quale - dopo le elezioni di fine dicembre, con il Parlamento più frammentato della storia democratica del Paese - i partiti non sono ancora riusciti ad accordarsi per trovare una maggioranza stabile e formare un nuovo governo.

Il dettaglio della contabilità nazionale verrà diffuso solo tra una settimana ma la Banca centrale spagnola ha spiegato che la crescita ancora sostenuta dell’economia è dovuta «al consistente rafforzamento dei consumi privati e agli investimenti delle imprese». Il contributo della domanda estera netta sarebbe invece quasi nullo con l’incremento delle esportazioni compensato interamente dalle maggiori importazioni richieste da famiglie e imprese. «Il Pil spagnolo ha accelerato nel 2015, aumentando, anno su anno, del 3,2% dall’1,4% del 2014. In ogni caso - spiega Apolline Menut di Barclays Research - prevediamo che la crescita rallenterà leggermente al 2,6% nel corso del 2016». Secondo gli analisti di Barclays, «il vento a favore della politica monetaria, i prezzi bassi del petrolio, e i guadagni dei salari reali dovrebbero continuare anche nei prossimi mesi. Mentre l’incertezza politica, determinata dal voto inconcludente di dicembre e dalla questione della Catalogna, potrebbe pesare negativamente sugli investimenti della prima metà di quest’anno».

La crescita del Pil ha portato con sè anche un netto miglioramento delle opportunità di lavoro. La disoccupazione in Spagna è scesa al 20,9% alla fine del 2015: un dato - diffuso dall’Istituto di statistica - che si raffronta con un tasso del 23,7% registrato a fine 2014. Le persone alla ricerca di un posto di lavoro sono ancora 4,78 milioni, nonostante una riduzione senza precedenti di oltre 678mila unità rispetto al 2014.

I veti incrociati dei partiti non hanno ancora permesso la formazione di alcuna coalizione e di conseguenza la Spagna non ha ancora, a oltre un mese dal voto, un nuovo governo. La rinuncia, almeno momentanea, del premier uscente, il conservatore Mariano Rajoy, all’incarico offertogli da Re Felipe VI, sembrava aver aperto la strada a una alleanza di sinistra composta dai socialisti di Pedro Sanchez e dagli indignati di Podemos. Ma anche questa ipotesi non ha ancora trovato corpo, forse bloccata più dai numeri insufficienti a governare con stabilità, che dalla volontà di trovare un programma comune.

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