E' stata fuorilegge per quasi ottant’anni. Tra il 2001 e il 2010, solo negli Usa, ha portato a 8,2 milioni di arresti. Ma oggi la marijuana, sdoganata da 23 Stati dell’Unione per uso terapeutico e in alcuni di essi anche per scopi “ricreativi”, sembra essere diventata la terra promessa: una delle industrie americane con il più veloce tasso di crescita.
Un po’ di dati, per capire. Secondo il centro studi New Frontier and Arcview Market Research, l’anno scorso la vendita di cannabis a “scopi ricreativi” - resa legale in Colorado, Washington, Oregon, Alaska e nel District of Columbia - ha generato 998 milioni di dollari di fatturato, in crescita del 284% rispetto ai 351 milioni del 2014. Lo studio stima che il business della marijuana nel 2015 abbia toccato a livello nazionale 5,4 miliardi di dollari, con un incremento annuale di circa il 30%, e con la prospettiva di toccare i 6,7 miliardi quest’anno per poi entrare in orbita, nel 2020, a quota 28,1 miliardi di dollari.
Ovviamente il giro d’affari della “cannabis libera” sta ingrossando anche le casse dei vari Stati. Nel Colorado, che ha legalizzato dal gennaio 2014 anche le vendite a scopo “ricreativo”, per il 2015 si stima un gettito fiscale di 135 milioni di dollari, in aumento del 77% rispetto all'anno precedente. Mentre lo Stato di Washington ha incassato 70 milioni di dollari di “tasse da cannabis”.
Qualche paletto c’è. Sia in Colorado che nello Stato di Washington la marijuana può essere venduta solo ai maggiori di 21 anni, con il divieto di consumarla in pubblico o alla guida. In Colorado i residenti possono acquistare sino a un’oncia (poco più di 28 grammi) di qualsiasi prodotto contenente cannabis; nell’area di Washington ci sono limiti differenti a seconda della modalità di consumo, attraverso il fumo o con pastiglie o liquidi.
Tutto questo mentre a livello federale il possesso e l’uso di marijuana resta illegale esattamente come accade per LSD ed eroina (tutte classificate come Schedule I drugs). Tuttavia negli States, almeno stando ai sondaggi, aumenta il consenso per una liberalizzazione generalizzata. Un’indagine Gallup dello scorso ottobre rivela che il 58% degli americani è favorevole alla marijuana “ricreativa”, percentuale che s’innalza all’81% per quella a scopo terapeutico (secondo il sondaggio Harris del maggio 2015).
E l’ondata della cannabis libera potrebbe continuare a dilagare anche quest’anno: Florida, Ohio, Missouri e Pennsylvania voteranno per decidere se introdurne l’uso medico, mentre California, Nevada, Arizona, Massachusetts, Maine, Rhode Island e Vermont dovranno decidere se legalizzare la marijuana “ricreativa”. Con un occhio alle polemiche e l’altro alle casse pubbliche.
© Riproduzione riservata