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Putin accelera sulle privatizzazioni: società aperte anche agli…

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LA CRISI ECONOMICA RUSSA

Putin accelera sulle privatizzazioni: società aperte anche agli stranieri

Non c’è tempo da perdere, dice il ministro dell’Economia Aleksej Uljukajev, in Russia non è più possibile rinviare le privatizzazioni: anche se non è il momento migliore per mettere in vendita quote dei gioielli di Stato. Il giorno dopo la riunione tra Vladimir Putin, il governo e un gruppo di capitani d’industria nazionali, Uljukajev invita a non farsi prendere dal panico a causa della realtà macroeconomica, ma forse proprio per questo esprime tutta la gravità della situazione. In altre parole, come ha detto al quotidiano Vedomosti una fonte vicina al governo, nel budget federale «di soldi non ce n’è».

E così, malgrado il desiderio di mettere paletti, e chiarire i criteri che dovranno governare la grande vendita, martedì lo stesso presidente è sembrato voler accelerare e allargare lo sguardo oltre i confini del Paese. Putin ha dato incarico al governo di preparare una lista di compagnie da candidare alla privatizzazione. Lista che - stando a quanto ha dichiarato il portavoce Dmitrij Peskov - potrebbe aprirsi anche alla partecipazione di compagnie straniere. «Naturalmente - ha detto Peskov rispondendo a un giornalista che chiedeva se la privatizzazione è aperta anche agli investimenti stranieri -. Sono possibili diverse modalità. La Russia è sempre stata interessata agli investitori stranieri, apprezziamo la collaborazione con chi continua a lavorare sul mercato russo e siamo interessati all’arrivo di nuovi investimenti». Nessuno, ha aggiunto il portavoce di Putin riferendosi alla riunione con il presidente - a cui erano presenti, tra gli altri, Igor Sechin di Rosneft e il responsabile delle Ferrovie russe - si è detto contrario ad aprire la porta a investitori internazionali.

Mentre Putin ha definito prematura la vendita di una quota di Sberbank (la prima banca di Stato russa), nella lista in preparazione potrebbero dunque entrare i nomi di Aeroflot, di Rosneft con una possibile quota del 19,5%, Transneft (il monopolio degli oleodotti), Sovkomflot, Rostelekom e Alrosa, il gigante russo dei diamanti. Veri gioielli di Stato: e se il budget preparato per il 2016 contava sulle privatizzazioni per introiti pari a 33,2 miliardi di rubli, più di recente il ministro delle Finanze, Anton Siluanov, ha detto che l’obiettivo adesso è raccogliere in due anni fino a un trilione di rubli: al cambio di oggi dell’euro, 11,7 miliardi di euro.

Quello che conta, aveva detto Putin alla riunione di lunedì, è che sia garantita la «trasparenza incondizionata»delle transazioni e che i prezzi non siano stracciati. Ma soprattutto, è necessario che «il pacchetto di controllo delle compagnie strategiche e di quelle di importanza sistemica resti nelle mani del governo». Il presidente russo ha anche chiarito che «il passaggio di azioni in mani private può avvenire solo in presenza di una strategia di sviluppo della compagnia da parte dell’acquirente. Si deve capire chiaramente che conseguenze avrà (la vendita) per lo sviluppo dei distinti settori e dell’intera economia». E i nuovi proprietari - ha detto Putin - devono rientrare nella giurisdizione russa. Un modo per combattere le fughe di proprietà offshore quando si parla di investitori russi, ha poi precisato il portavoce Peskov, mentre «la questione degli investitori stranieri è un’altra cosa».

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