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Sanders, un pareggio che “brucia” per Hillary

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primarie Usa / Dopo l'Iowa

Sanders, un pareggio che “brucia” per Hillary

NEW YORK - «Feel the Bern». Difficile da tradurre il gioco di parole su Bernie Sanders. Ma il senso è questo: Senti come brucia (Bern è pronunciato quasi come Burn). E se Hillary Clinton ha dichiarato vittoria per una manciata di voti - ancora da verificare ufficialmente - l'affermazione del 74enne senatore del piccolo stato del Vermont e socialista democratico dichiarato, che di fatto ha strappato un pareggio, quando messa in prospettiva ha, più che dell'improbabile, dello straordinario. E mette a nudo nel partito democratico una tensione generazionale e ideale non di poco conto che - in questo ha ragione Hillary - dominerà il dibattito politico tra gli elettori e i vertici del partiti nelle prossime primarie, oltre il prossimo appuntamento del New Hampshire.

Il risultato è ancora più eclatante perché Sanders non è Barack Obama. Non ha l'età, l'immagine, il sostegno multietnico e tanto meno l'appoggio di una fetta influente dei notabili liberal del partito (persino il super-liberal sindaco di New York, Bill De Blasio, è sceso in campo per la Clinton). Ma in Iowa ha messo in chiaro di essere un candidato credibile agli occhi di una fetta importante dell’opinione pubblica democratica: ha stravinto anzitutto tra i giovani e chi sceglieva il candidato che ha a cura gli interessi degli elettori con le sue proposte per un servizio sanitario nazionale e università pubblica gratuita pagata con una tassa su Wall Street («I contribuenti hanno salvato l'alta finanza, ora tocca a Wall Street aiutare gli americani»). Un elettorato che Clinton non può permettersi di alienare non solo in New Hampshire e nel nordest, dove Sanders ha più presa.

Questo non fa di Sanders un favorito. Ma i segni della sua potenziale capacità di restare in corsa più a lungo di quanto sperava Clinton e i vertici del partito si moltiplicano: ha raccolto già in gennaio 20 milioni di dollari in milioni di piccole donazioni di soli 27 dollari l'una in media, ora questa cifra potrà crescere dando credito alla sua rivolta contro la grandi lobby e i miliardari che foraggiano i partiti. «Sono orgoglioso di essere l'unico candidato senza un Super Pac», ha ricordato ieri citando le organizzazioni di grandi finanziatori che fiancheggiano i politici. Sanders ha però cominciato a ricevere risorse con una rete record di piccoli donatori per restare in gara con il suo messaggio populista di sinistra, dando alla sua campagna mossa dagli ideali di una “rivoluzione politica” anche i necessari soldi per proseguire.

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