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Sapporo: il Festival della neve è anche un’operazione militare

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Sapporo: il Festival della neve è anche un’operazione militare

SAPPORO – Più che lavori di artisti da strada, si tratta (anche) di operazioni militari: il Festival della neve per cui Sapporo è famosa nel mondo coinvolge le Forze di autodifesa di terra (Gsdf) dell'armata dell'Hokkaido. Da alcune settimane oltre 300 territoriali in divisa al giorno sono impegnati nella realizzazione di quella che sarà una delle più grandi e elaborate creazioni di neve del 67esimo Sapporo Snow Festival, che si apre venerdì 4 febbraio all'”Odori site” nel centro della città: la copia della facciata di una chiesa cattolica in territorio cinese.

Provocazione politica? No, il soggetto è stato scelto dallo sponsor, la rete televisiva Hbc. Del resto, la chiesa fu realizzata tra il 1602 e il 1640 con il contributo determinante di maestranze giapponesi. Si tratta della cosiddette “rovine di San Paolo”, ovvero la facciata della Chiesa della Madre di Dio di Macao, oggi Patrimonio dell'Umanità. Disegnata dal gesuita Carlo Spinola (poi martire a Nagasaki) sul modello della Chiesa del Gesù a Roma (o, secondo una recente interpretazione, su un abbozzo di Leonardo), è davvero unica nell'integrazione tra Barocco e motivi decorativi orientali. Così i militi-scultori dell'Hokkaido si cimentano nel riprodurre con la neve non solo l'iscrizione latina “Mater Dei”, ma anche le statue barrocco-manieriste della Vergine Maria o di San Luigi Gonzaga, nonché leoni in stile tradizionale cinese. Solo per realizzare la maquette in legno della chiesa, 11 militari hanno impiegato due mesi.

“Per noi è una tradizione partecipare al festival – spiega il portavoce dell'11esima brigata dell'armata del Nord, Tsutomu Sasaki – Fa parte dell'addestramento delle Forze di Autodifesa: si tratta di lavorare in squadra con un obiettivo, in tempi ristretti, su un edificio. Un buon training, ad esempio, per eventuali interventi in occasione di disastri naturali”.

Il Comune di Sapporo si occupa direttamente di realizzare almeno tre grandi sculture, tra cui quest'anno fa da tema principale un edificio dedicato a Shakespeare e al suo “The Winter's Tale”: dramma “invernale” del 1610 incentrato, in fondo, sulla riconciliazione e riunione: la struttura si apre a anfiteatro e ospiterà una breve rappresentazione dell'opera shakespeariana durante il festival. “Quest'anno la neve qui è arrivata in ritardo. Tempo pazzo. Del resto, per la prima volta ha nevicato anche a Okinawa - dice Takatomo Morioka, 62 anni, team leader (anche lui è stato nella Jeitai)- Ma è arrivata in tempo: ci occorre almeno un mese per completare strutture di questa complessità, con un centinaio di persone tra specialisti e volontari”. Più di mille le persone impegnate a realizzare oltre 200 creazioni, anche in ghiaccio. Quest'anno più d'una struttura gigante avrà come tema lo Shinkansen, il treno veloce che il 26 marzo collegherà per la prima volta Tokyo all'Hokkaido passando per un lunghissimo tunnel sottomarino. Per ora si fermerà a Hakodate: per Sapporo l'appuntamento è rinviato agli anni 20. Una delle attrazioni del festival sarà il 43esimo International Snow Sculpture Contest, con dodici team provenienti da tutto il mondo. Tra i 2,4 milioni di visitatori attesi, il numero degli stranieri dovrebbe aumentare: l'anno scorso i 128mila stranieri arrivati hanno contato per il 6,4% del totale (erano il 3,4% 5 anni fa). Anch'essi contribuiranno a un “effetto economico” molto positivo dell'evento, calcolato (nel 2014) a 41,9 miliardi di yen.

Il boom in corso di visitatori esteri in Giappone interessa anche l'Hokkaido e ha già cambiato il volto di alcune località, come quella sciistica di Niseko, diventata enclave australiana e da poco scoperta dai cinesi. “La grande maggioranza dei turisti sono asiatici: vengono da sud a scoprire, spesso per la prima volta in assoluto, la neve”, dice il sindaco Katsuhiro Akimoto, che amministra la città più nevosa al mondo (tra quelle che superano il milione di abitanti), con 5-6 metri di manto bianco a stagione (contro il metro, per dire, di Monaco di Baviera). Anche troppa, visto che sul bilancio comunale pesano gli oneri per rendere praticabili le strade: 120 milioni di yen al giorno per far muovere mille spazzaneve e camion che percorrono di notte 5.400 km a stagione, con la rimozione di 20 milioni di metri cubi (equivalenti a 1,48 milioni di camion); piu' un miliardo di yen a stagione per un sistema di “riscaldamento” delle strade in 500 località, per lo più incroci. “Oneri e opportunità: è sulla neve che dobbiamo puntare, come occasione di sviluppo economico – continua il sindaco, il cui mandato è stato confermato l'anno scorso –. Abbiamo assunto notorietà mondiale con le Olimpiadi invernali del 1972 e ci siamo nuovamente candidati per il 2026. E l'anno prossimo, dal 19 al 26 febbraio, ospiteremo i Giochi invernali asiatici, con la partecipazione di 45 Paesi”.

Tra le attrazioni turistiche, c'è il museo interattivo degli sport invernali, a fianco dell'Okurayama Jump Stadium, proprio alle porte di una citta da 1,9 milioni di abitanti: dagli ski-lift, fatto insolito, si può ammirare il panorama urbano. All'avanguardia è il sistema di smaltimento della neve spostata dalle strade. Proprio a nord della stazione ferroviaria, ad esempio, il Toshin Kita Snow-Melting Tank spicca per il suo ruolo multifunzionale. Non è solo, come altri 11 punti in città, un luogo dove stoccare e far sciogliere la neve, in questo caso in una grande piscina sotterranea (che evita gli inconvenienti di un trasporto in località più lontane). Alla fine della stagione invernale, circa 4mila metri cubi di neve (la capacita' massima della piscina) restano stoccati e, anziché fatti sciogliere riscaldando l'acqua sotterranea, vengono utilizzati per un mese per fornire energia per il riscaldamento del quartiere limitrofo, con un risparmio del 50% rispetto ai consumi ordinari. È energia “criogenica” generata dallo cambio di calore tra neve e acqua fredda. La neve, insomma, non soffoca, ma da' energia alla città. Anche letteralmente.

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