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LA CRISI UCRAINA

«Impossibile combattere la corruzione»: lascia il ministro ucraino dell’Economia

Uno dei ministri “stranieri” del governo ucraino, il titolare dell’Economia e del Commercio Aivaras Abromavicius, ha rassegnato ieri le dimissioni esprimendo frustrazione per l’impossibilità di portare a termine le riforme e combattere una corruzione che non sembra distinguere tra l’Ucraina pre- e post-Maidan. Abromavicius ha spiegato di non voler essere «un fantoccio» nelle mani dei funzionari di Stato che stanno bloccando le leggi che dovrebbero rilanciare l’economia e attirare gli investimenti di cui l’Ucraina ha disperatamente bisogno. «Io e la mia squadra non vogliamo fare da copertura alla corruzione», ha detto il ministro quarantenne, ex banchiere nato in Lituania, scelto per portare a Kiev competenze dall’estero come Natalie Jareshko, ministro delle Finanze cresciuta in America.

Cambiare il modo in cui l’Ucraina è governata era la prima delle domande avanzate nelle proteste del Maidan del 2013/2014, il governo sostenuto da Europa e Stati Uniti e guidato da Arseniy Yatseniuk aveva ricevuto il mandato di combattere la corruzione e gli interessi radicati nel regime precedente, concluso con la fuga in Russia del presidente Viktor Yanukovich.

L’apparato in realtà si sta dimostrando difficile da vincere.«Non posso essere efficace all’interno di un sistema simile - ha spiegato Abromavicius -. Per dei tecnocrati è impossibile lavorare con gente che vuole usurpare il potere, e negare trasparenza». Il ministro ha puntato il dito sulle «crescenti pressioni» che vengono esercitate nella scelta dei vertici delle imprese di Stato, così come all’interno del ministero, e sulla cattiva gestione del denaro pubblico. Di recente altri membri del governo hanno espresso considerazioni simili, mentre il calo del tasso di popolarità del governo Yatseniuk ha alimentato l’aspettativa di un ampio rimpasto di governo, e forse anche di un voto di fiducia a metà febbraio.

L’incertezza rischia di rendere ancora più complesso il percorso concordato da Kiev con il Fondo monetario internazionale, in cambio di un piano di aiuti da 17,5 miliardi di dollari. Lo scorso anno il governo ucraino ha raggiunto un accordo di ristrutturazione del debito con creditori privati proprietari di 15 miliardi di bond ucraini: ristrutturati con una riduzione del debito principale pari al 20% e con l’estensione delle scadenze di quattro anni in media. Resta invece aperto il contenzioso con Mosca, che nel dicembre 2013 prestò a Yanukovich, ancora presidente, tre miliardi di dollari.

La notizia delle dimissioni di Abromavicius ha suscitato stupore negli osservatori occidentali a Kiev, che riconoscono al ministro «risultati concreti» nel cammino delle riforme. E Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, ha scritto sulla propria pagina di Facebook di aver incontrato il ministro, chiedendogli di rivedere la propria decisione. Ma è proprio a uno stretto alleato di Poroshenko - il deputato Ihor Kononenko - che Abromavicius ha fatto allusione denunciando pressioni culminate nella richiesta di nominare viceministro un proprio uomo. Poroshenko ha scritto che l’accusa sarà verificata dall’Ufficio nazionale anti-corruzione.

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