Mondo

Libero scambio: firmata la Trans-Pacific Partnership tra 12 Nazioni

  • Abbonati
  • Accedi
l’accordo dopo 6 anni

Libero scambio: firmata la Trans-Pacific Partnership tra 12 nazioni

TOKYO – Dopo quasi sei anni e 19 round di negoziati, i rappresentanti dei 12 Paesi della Trans-Pacific Partnership (TPP) hanno firmato oggi ufficialmente l'ambizioso patto multilaterale di libero scambio che accelera il processo di liberalizzazioni commerciali e potrebbe generare svantaggi competitivi su vari mercati per le imprese italiane.
Allo Skycity Convention Center di Auckland, in Nuova Zelanda, si e' svolta la cerimonia della firma dell'accordo tra Nazioni che coprono quasi il 40% dell'economia globale: Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Cile, Peru', Singapore, Malaysia, Vietnam e Brunei. L'intesa di principio era gia' stata raggiunto nell'ottobre scorso ad Atlanta.

Il presidente americano Barack Obama ha emesso un comunicato in cui sottolinea che la Tpp “ stabilisce nuovi e alti standard per il commercio e gli investimenti in una delle regioni del mondo piu' importanti e a piu' rapida crescita”: rilevando che il patto eliminera' “piu' di 18mila tasse e oneri che vari Paesi impongono sui prodotti Made in America”, Obama ne ha sollecitato la ratifica da parte del Congresso entro fine anno, anche perche' “la TPP consente all'America – e non a Paesi come la Cina – di scrivere le regole di indirizzo per il XXI secolo, cosa particolarmente importante in una regione tanto dinamica come l'Asia-Pacifico”. L'amministrazione vede nella Tpp un punto fondamentale del “rebalancing” verso l'Asia della politica americana, non solo commerciale. Il presidente ha anche indicato che la Tpp portera' a piu' stringenti regole sul lavoro, un Internet piu' libero e impegni per la protezione dell'ambiente. Secondo il US Trade Representative Michael Froman, l'intesa potrebbe portare un beneficio da 100 miliardi di dollari l'anno all'economia Usa.

In campagna elettorale, pero', entrambi i candidati democratici – Hillary Clinton (che pare aver cambiato idea rispetto a quando era al vertice della Segreteria di Stato) e Bernie Sanders – hanno dichiarato la loro opposizione alla TPP. Anche in ambienti repubblicani ci sono resistenze, soprattutto sulla tempistica (lo schieramento anti-Obama non vuole che lui coroni cosi' la sua presidenza). La strada per la ratifica e' complicata anche in altri Paesi. Un gran numero di dimostranti – contrari a un accordo che considerato un regalo ai grandi gruppi economici, che non andra' a beneficio di lavoratori e consumatori - ha partecipato a manifestazioni di protesta a Auckland, dove ci sono stati scontri con le forze dell'ordine.
La TPP rappresenta anche un accordo di libero scambio tra la prima e la terza economia mondiale, Usa e Giappone. Per Tokyo ha firmato il ministro di stato presso l'Ufficio di Gabinetto Shuichi Shiratori, in quanto quello che era stato il capo-negoziatore, Akira Amari, si e' dimesso nei giorni scorsi da ministro delle politiche economiche e fiscali in seguito a una scandalo di finanziamenti irregolari. La Tpp trova in Giappone forti resistenze da parte del settore agricolo. Se i negoziati che Tokyo sta conducendo con l'Unione europea per una Economic Partnership non si sbloccheranno, i produttori europei – soprattutto quelli del settore agroalimentare – si troveranno in svantaggio sul mercato nipponico (oltre che altrove) in quanto costretti a pagare dazi piu' alti rispetto a molti concorrenti.

© Riproduzione riservata