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Mattarella vola da Obama alla Casa Bianca e all’Onu

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Lunedì e martedì gli incontri

Mattarella vola da Obama alla Casa Bianca e all’Onu

WASHINGTON - Per indole e filosofia politica Sergio Mattarella e Barack Obama, al loro primo incontro lunedì alla Casa Bianca, andranno molto d’accordo. Entrambi riservati e cerebrali non parlano la stessa lingua ma parlano certamente lo stesso linguaggio: sono allineati su questioni che riguardano il ruolo sociale dell’economia, la predisposizione alla solidarietà, la ricerca di situazioni che portino al dialogo, al “win win”, invece di quelle che portano al confronto e al “zero sum game”.

Pur nella differenza di età, di ruolo e di appartenenza capiranno di avere una posizione comune e Obama in quel caso è in grado di esprimere molto calore. E dunque lunedì mattina, all’incontro nell'Ufficio Ovale, sarà questa piattaforma politica la base su cui i due presidenti affronteranno il dialogo politico bilaterale.

Obama per come lo abbiamo visto seguendolo in questi anni, premia l’esperienza, la concretezza, la logica razionale e l'essere diretti e di poche parole sulla verbosità e sulla genericità. Per questo ad esempio il presidente americano si è trovato molto d'accordo con il predecessore di Mattarella, il presidente Giorgio Napolitano.

I temi che interessano più di ogni altro il presidente americano sono sostanzialmente due, l’economia, con l'Italia che ha dato segnali di debolezza sul mercato. E la Libia, su cui l'America vuole stringere i tempi per evitare che il terroristi dell’Isis riescano con 5 o 6mila uomini a prendere il controllo del Paese. La questione è di altissima priorità sul piano della sicurezza, sia internazionale che italiana. Avere davanti alle nostre coste un’estensione del califfato sarebbe gravissimo. Ma il nostro Presidente si accorgerà che la Casa Bianca privilegia in questo caso la prudenza e i percorsi che prevedono il rispetto delle regole. E visto che fra domani e martedì il Parlamento a Tobruk dovrà approvare il nuovo governo, visto che ormai il numero dei 12 ministri libici è stato completato, è solo questione di tempo per poter passare a una fase operativa che non potrà essere contemplata durante gli incontri di questi giorni.

Anche se la risoluzione dell’Onu già contempla l'ipotesi interventi in Libia, l'obiettivo è quello di attendere un invito formale da parte del nuovo governo libico e una nuova risoluzione con maggiori dettagli da parte del consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro. Ma è ovvio che a quel punto l'impegno italiano dovrà essere chiaro soprattutto se vogliamo mantenere il ruolo di primo piano sulla questione sicurezza. C’è di buono che su questo punto il presidente della Repubblica e Renzi la vedono allo stesso modo. E dunque Obama parlando con Mattarella potrà capire fino a che punto il nostro paese vorrà impegnarsi nel caso che, in futuro un’operazione militare si renda necessaria.

Obama chiederà anche rassicurazioni sull’economia: l’ultima cosa di cui ha bisogno la Casa Bianca è il pericolo di un nuovo effetto domino che coinvolga l’Italia e l’Europa. E su questo Mattarella pur con i dettagli economici di cui sarà provvisto dovrà sottolineare quanto in questa fase di riforme il rischio sia piu' di natura psicolgica per la percezione di una crisi finanziaria internazionale che per l'economia reale. Ma è proprio su questo che Mattarella dovrà cercare di impegnare il governo americano, perché messaggi chiari che esprimano solidità in America non possono che aiutare la causa italiana.

Altro tema forte per Mattarella ci sarà a New York nel contesto della visita alle Nazioni Unite. La visita a Ban Ki Moon è importante sul piano istituzionale e per discutere e allineare le posizioni soprattutto sul caso Libia. Ma il tema per noi di gran lunga più importante riguarda la riforma del Consiglio di Sicurezza che sarà deciso dall'Assemblea Generale e dal voto dei singoli ambasciatori. L’Italia è in corsa per un seggio a rotazione con Svezia e Olanda. Sono due candidati temibili. E il passaggio di gran lunga più importante a New York sarà l'incontro che il presidente della Repubblica avrà con gli ambasciatori all'Onu a un ricevimento organizzato dalla nostra missione. Ci risulta che siano stati invitati tutti gli ambasciatori e visto che ogni voto conta,o quanto più “charming” possibile. Su questo tema, pur essendo il voto dell'Assemblea Generale, l'orientamento americano è importante. Mattarella non potrà dimenticare che esiste con un fil rouge che lega la Casa Bianca e il Palazzo di Vetro sui due dossier centrali in questo suo viaggio, quello libico appunto e quello per il nuovo seggio all’Onu.

Per il resto, dopo l’arrivo il Presidente ha cenato privatamente in albergo, al Hay Adams hotel. Domenica andrà a rendere omaggio al milite ignoto, farà colazione in un ristorante specializzato in pesce sulle rive del Potomac e nel pomeriggio visiterà la National Gallery. Da lunedì cominceranno le missioni di lavoro più impegnative, (incluso un incontro in Congresso martedì) e decisive, considerando la fragilità del momento sia sul piano economico che su quello politico.

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