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La Corea del Nord lancia un missile a lungo raggio. L’Onu condanna

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pentagono: nessuna minaccia per usa o alleati

La Corea del Nord lancia un missile a lungo raggio. L’Onu condanna

La Corea del Nord ha lanciato nella notte un missile a lungo raggio. Il segretario generale della Nato Jens Soltenberg esprime la sua «dura condanna»: è una violazione diretta di cinque risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dice. Il Pentagono conferma il lancio, e specifica che non c'è stata alcuna minaccia né per gli Stati Uniti né per gli alleati. Critiche anche dal ministero degli Esteri russo secondo cui la Corea del Nord mostra una preoccupante mancanza di rispetto della legge internazionale e «il corso scelto da Pyongyang non può non essere oggetto di una netta critica». Il Consiglio di sicurezza dell'Onu riunito d’urgenza ha condannato oggi «fermamente» il lancio di un missile nordcoreano, con una dichiarazione approvata all'unanimità, e ha ribadito l'intenzione di «adottare ulteriori e significative misure» contro il regime di Pyongyang in una nuova risoluzione, in risposta al test dello scorso 6 gennaio e della nuova pericolosa violazione delle ultime ore.

n mese dopo aver effettuato il suo quarto test nucleare (sostenendo anzi che si trattasse di una bomba all'idrogeno), la Corea del Nord torna a sfidare la comunità internazionale. All'1.31 ora italiana, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 febbraio, da una base a Tongchang-ri, presso la costa nordoccidentale, è partito un razzo a lungo raggio che ha mandato in orbita un satellite, ma per Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone si è trattato del test operativo di tecnologia per missili balistici, in violazione delle sanzioni internazionali. Era dal dicembre 2012 che Pyongyang non faceva ricorso a un test simile, definito oggi dalla presidente sudcoreana Park Geun-hye come un imperdonabile atto di provocazione. Seul e Washington hanno annunciato l'avvio di trattative formali per l'installazione del sistema antimissilistico Thaad in Corea del Sud: una prospettiva destinata a contrariare fortemente la Cina.

Immediata una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (in tarda mattinata di domenica a New York, le 17 ora italiana), che peraltro sta già discutendo l'ipotesi di nuove sanzioni dopo il test nucleare del 6 gennaio scorso. Il segretario generale Ban Ki Moon ha parlato di un fatto «profondamente deplorabile» e raccomandato alla Corea del Nord di «tornare a rispettare i suoi obblighi internazionali». A Tokyo il premier Shinzo Abe ha definito «assolutamente inaccettabile» il lancio, ventilato nuove sanzioni unilaterali e promesso una «risposta risoluta e coordinate con la comunità internazionale». Abe, assieme al ministro degli esteri Kishida, non ha comunque rinunciato in tarda mattinata a partecipare al tradizionale rally annuale in cui il Giappone rivendica i “Territori settentrionali”, ossia quattro isole delle Kurili meridionali occupate dai russi alla fine della seconda guerra mondiale (nessun accenno è stato fatto alla Corea del Nord).

Le Forze di Autodifesa giapponesi non hanno tentato alcuna intercettazione, anche se la traiettoria è passata sopra i cieli della catena delle isole Ryukyu (l'arcipelago di Okinawa). Quattro parti del razzo sarebbero finite in mare in stadi successivi (quindi a grandi distanze l'uno dall'altra), mentre il satellite – denominato Kwangmyongsong-4 – sarebbe riuscito a entrare in orbita. I media di Seul hanno reso noto che alcuni frammenti sarebbero stati recuperati al largo dell'isola di Jeju. I media nordcoreani, invece, hanno celebrato come un successo completo l'evento, che alcuni osservatori inquadrano nella volontà del giovane leader Kim Jong Un di presentarsi all'appuntamento con il congresso del partito a maggio in un alone di gloria tecnologica e militare.

Il test missilistico nordcoreano è coinciso negli Usa non solo con la vigilia del Super Bowl, ma con un dibattito tra candidati repubblicani, che ne hanno approfittato per criticare aspramente il presidente Obama. E Jeb Bush si è spinto a dichiarare che, se diventasse presidente, potrebbe ricorrere a un attacco preventive contro la Corea del Nord «se necessario per mantenere la nostra sicurezza». Donald Trump ha preferito invece sottolineare la necessità di esercitare più pressioni sulla Cina, che da sola potrebbe a suo parere risolvere il problema. L'ultimo lancio nordcoreano, peraltro, nella sua tempistica (con l'annuncio in coincidenza della visita a Pyongyang di un alto funzionario cinese e l'effettuazione alla vigilia delle feste del Capodanno cinese) appare poco rispettoso nei confronti della stessa Cina. Il ministero degli esteri di Pechino ha espresso un certo rammarico per l'accaduto ma invitato tutti alla calma, evidenziando di ritenere che la Corea del Nord abbia diritto a un utilizzo pacifico dello spazio ma che “al momento questo diritto e' limitato dalle risoluzioni Onu”.

Pyongyang aveva notificato l'intenzione di lanciare il razzo tra l'8 e il 25 febbraio, ma sabato ne aveva a sorpreso anticipato la tempistica tra il 7 e il 14 febbraio. E non ha perso tempo.

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