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I timori per la tenuta del Governo Tsipras affossano la Borsa di Atene

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Lo spettro Grexit

I timori per la tenuta del Governo Tsipras affossano la Borsa di Atene

Certo Standard & Poor’s ha promosso il rating greco ma i primi scambi alla Borsa di Atene sono ad alta tensione a causa delle sempre maggiori incertezze per la tenuta del governo guidato da Alexis Tsipras che con appena due seggi di maggioranza è al centro delle proteste e delle manifestazioni di piazza per la riforma delle pensioni. Il principale indice della Borsa di Atene è arrivato a cedere oltre il 5% portando il bilancio da inizio anno a un pesantissimo -24 per cento.

La riforma delle pensioni annunciata a gennaio da Tsipras prevede la riduzione a 2.300 euro dell'ammontare mensile massimo (da 2.700) e una pensione minima con almeno 15 anni di contributi ridotta a 384 euro (-15%). Poi ci sono le misure sui prestiti in sofferenza che dovrebbero consentire di mettere sul mercato con più facilità gli immobili ipotecati, una misura però molto contestata dai sindacati. Le misure fanno parte del piano richiesto dalla troika (Ue, Fmi e Bce) in cambio del nuovo piano di aiuti da 86 miliardi di euro negoziato a luglio.

Se non passano le misure su pensioni e prestiti in sofferenza, Bruxelles non pagherà la tranche degli 86 miliardi di euro previsti. A luglio ci sono 3,5 miliardi di euro di prestiti in scadenza e senza nuovi fondi sono a rischio il pagamento di stipendi e pensioni pubbliche. Da giorni gli agricoltori bloccano le maggiori vie di accesso del paese per protesta contro il nuovo regime fiscale che riducendo le esenzioni ne aumenta le tasse. Ma sul piede di guerra ci sono anche notai, farmacisti, camionisti e i pubblici dipedenti. Tutti uniti contro la riforma previdenziale che prevede un nuovo taglio del 15 % delle pensioni.

Poi c’è la grana dei migranti dove Bruxelles minaccia di chiudere la frontiera macedone se Atene non procederà a identificare tutti i migranti provenienti dalla coste turche. Pare che la Commissione abbia minacciato Atene di costruire un centro di raccolta ad Atene per 400mila rifugiati, una mossa che secondo il ministro dell’immigrazione Mpuzalas trasformerebbe il paese in un «cimitero di anime». In altri termini i falchi del Nord Europa minacciano di trasformare Atene in una zona cuscinetto per fermare i migranti prima che entrino nei Balcani. Tsipras comunque sembra pronto a usare la carta dei migranti in cambio di una promessa da parte della troika di ridurre il debito greco. Così le due questioni, il debito e i migranti, tornano pericolosamente a interconnettersi.

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