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Germania, a dicembre calo della produzione industriale e dell’export

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Germania, a dicembre calo della produzione industriale e dell’export

Gelata su produzione industriale ed export tedeschi a dicembre. Nell’ultimo mese dell’anno la produzione è scesa inaspettatamente dell’1,2% sul mese precedente, il risultato peggiore dall’agosto 2014. Anche esportazioni ed importazioni sono calate (dell’1,6%) a dicembre.

«La produzione industriale ha imboccato un periodo di siccità alle fine del 2015» ha sottolineato il ministero dell’Economia, aggiungendo che nell’ultimo trimestre l’indicatore principale di crescita del Paese ha registrato su base trimestrale un -0,8 per cento.

Sul gigante mondiale del commercio estero cominciano dunque a pesare gli effetti prodotti dal rallentamento degli emergenti attenuati, solo per il momento, dalla crescita della domanda interna.

Il 2015 è stato in ogni caso un anno di record positivi per l’export: il surplus registrato è stato pari a 247,8 miliardi di euro, con un aumento complessivo delle vendite all’estero pari al 6,4% rispetto al 2014. La flessione ha interessato l’ultima parte dell’anno quando le turbolenze finanziarie sui mercati globali e il drastico calo del prezzo del greggio hanno rallentato bruscamente le economie emergenti.

La scomposizione del dato di fine anno sulla produzione mostra una preoccupante e marcata diminuzione - del 2,6% - dei beni di investimento mentre scendono dell’1,4% quelli di consumo. Lieve calo invece per le costruzioni (0,2 per cento).

La debolezza delle ultime settimane fa dubitare che la Germania riesca a mantenere il passo di crescita mostrato nell’ultimo anno quando il Pil è aumentato dell’1,7% grazie soprattutto alla domanda interna spinta da una crescita record dei salari.

Al “Wirtschaftswunder” tedesco (miracolo economico), ha commentato a Reuters l’analista Carsten Brzeski di Ing, «è rimasta solo un po’ di magia domestica» poiché sono i consumi la principale forza che traina il motore dell’economia. I dati diffusi martedì 9 febbraio potrebbero far suonare un campanello d’allarme sullo stato di salute venturo della prima economia europea.

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