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Il New Hampshire attende la riscossa di Trump e la conferma di Sanders

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Il New Hampshire attende la riscossa di Trump e la conferma di Sanders

New York - Se i sondaggi, all'apertura odierna delle urne, si tradurranno in voti, le primarie del New Hampshire consacreranno una riscossa di Donald Trump tra i repubblicani e la legittimazione di Bernie Sanders tra i democratici. Ma i “se” sono molti: nei ranghi conservatori è scattato il tentativo di salvataggio in extremis per candidati un tempo considerati favoriti del partito e ora in crisi, Jeb Bush e Chris Christie. Spicca lo sforzo di conferma di Marco Rubio, emerso dai caucus dell'Iowa nei panni di potenziale alternativa agli estremismi di Trump e anche di Ted Cruz, che nello stato dovrebbe risentire dello scarso peso dell'elettorato religioso. E c'è il jolly, il governatore dell'Ohio John Kasich, l'unico a condurre una campagna apertamente moderata. Nelle fila liberal Hillary Clinton è impegnata a ridimensionare ogni sconfitta in vista di appuntamenti considerati più favorevoli il 20 febbraio in South Carolina e Nevada e di una difficile sfida nel Super-Martedì del primo marzo, quando si esprimeranno undici stati.

Le medie dei sondaggi danno a Sanders il 54% contro il 40 per cento. Ma offrono qualche speranza di parziale rimonta a Clinton, che negli ultimi giorni ha guadagnato tre punti mentre il rivale ne ha perso uno. Nel fine settimana si è recata a Flint in Michigan, teatro di scandali di contaminazione dell'acqua potabile in una città a maggioranza afroamericana e ha lasciato al marito ed ex presidente Bill Clinton il palcoscenico per accusare Sanders e i suoi sostenitori di sessismo e di demonizzare i critici come parte dell'elite. Ai Clinton uno schiaffo nello stato brucia: Bill aveva conquistato qui il soprannome di Comeback Kid nel 1992, grazie a una riscossa che lo proiettò alla Casa Bianca. E Hillary nel 2008 respinse, temporaneamente, l'avanzata di Barack Obama.

Nella ben più affollata gara repubblicana Trump ha sulla carta il 31% contro forse il 15% di Rubio. A ruota segue Kasich, mentre Cruz, Bush e Christie si spartiscono manciate di punti. Cruz, vincitore dei caucus dell'Iowa, è l'unico che al momento appare certo di resistere a qualunque risultato essendo partito da basse aspettative. Per Rubio, invece, la partita si è fatta dura nell'arrembaggio finale alle urne: il terzo posto a sorpresa nell'Iowa lo ha trasformato nel bersaglio di altri candidati, Christie e Bush, che ambiscono alla sua posizione di candidato “presentabile”. Christie, nell'ultimo dibattito repubblicano di sabato scorso, lo ha sferzato come un ambizioso “ragazzino che vive in una bolla”, inesperto e dispensatore di frasi fatte, liquidando come inesistenti i suoi successi legislativi di Senatore al primo mandato. Un assalto che ha messo Rubio visibilmente in difficoltà.

Il consenso di Trump, tuttavia, in Iowa ha dato segni di essere tuttora fragile, lasciando aperti possibili spazi anche in New Hampshire. Il magnate immobiliare non ha creato un'organizzazione capillare per mobilitare il voto, puntando tutto sull'impatto della sua personalità. Solo un pullman di volontari è giunto in New Hampshire dall'esterno, promosso spontaneamente da una coppia di politici locali di New York. Il numero degli elettori incerti, inoltre, nello stato rimane tradizionalmente elevato fino all'ultimo. A ieri il 16% dei probabili votanti alle primarie democratiche e il 30% dei repubblicani diceva di non aver scelto. E non mancava chi, in uno stato che facilita l'iscrizione da indipendenti (sono il 44%), confessava di dover decidere in quale primaria votare.

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