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Atene torna in recessione, Pil 2015 in frenata. Stipendi e pensioni…

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paese tra AusteritÀ ed emergenza migranti

Atene torna in recessione, Pil 2015 in frenata. Stipendi e pensioni fino a luglio

Come ampiamente previsto a causa del braccio di ferro intercorso lo scorso anno tra il primo governo Tsipras e la troika, la Grecia torna in recessione: nel quarto trimestre, infatti, l'economia ellenica segna di nuovo il passo (-0,6%) dopo il -1,4% del periodo precedente; e tecnicamente due trimestri di fila negativi significano proprio recessione. Rispetto allo stesso periodo del 2015 il Pil ha registrato un calo dell'1,9 per cento. Un segnale inquietante per un Paese che ha visto ridursi del 25% il Pil dal 2009 e il cui governo ora chiede una riforma delle pensioni che comporterebbe un taglio di 1,8 miliardi di euro, pari all’1% del Pil. Ancora austerità, quindi, una mazzata sta facendo sprofondare il Paese mediterraneo negli abissi della deflazione e recessione senza avere ancora accesso al Quantitative easing della Bce a causa dei controlli dei capitali ancora in vigore.

Ma non basta. Ieri il responsabile del Fondo monetario internazionale per la Grecia, Poul Thomsen, ha avvertito che senza un piano realistico per la sostenibilità del debito, che corre al 180% del Pil, «presto i timori di Grexit si riaffacceranno».

Il Paese è in forte tensione sociale a causa dell’annunciata riforma pensionistica e dell’aumento della fiscalità per il settore agricolo. Gli agricoltori greci si stanno preparando ad una protesta di due giorni nella capitale contro l’aumento della pressione fiscale. All’alba di questa mattina un gruppo di agricoltori è arrivato ad Atene con un traghetto dall'isola di Creta ed è stato bloccato dalla polizia mentre cercava di entrare nel ministero dell'Agricoltura nel centro della metropoli.

Da oltre due settimane, inoltre, le associazioni degli agricoltori bloccano le autostrade e gli accessi verso la Bulgaria in segno di protesta.

Anche vigili del fuoco, poliziotti, professionisti, farmacisti sono in rivolta a causa degli aumenti contributivi e la riduzione del numero dei fondi pensione. Il governo Tsipras con soli due parlamentari di maggioranza rischia grosso nel passaggio legislativo previsto per fine mese. Per ora, comunque, non ci sono scadenze da pagare fino a luglio (3,5 miliardi di euro di prestiti in scadenza) e quindi Atene può continuare a pagare stipendi e pensioni.

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