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Cuba, dal Papa agli Usa fino alla Cina La centralità della politica…

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Cuba, dal Papa agli Usa fino alla Cina La centralità della politica estera di Raul

Non avrebbe potuto immaginarlo neppure la fantasia di Dan Brown. Eppure oggi a L'Avana si incontrano Papa Francesco e Kirill, il XVI Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.
Un incontro storico, ma anche l'ultimo successo di politica estera incassato da Cuba che dal 17 dicembre 2014, (data dell'annuncio distensivo di Raul Castro e Barack Obama) a oggi ha inanellato una serie di importanti riconoscimenti internazionali.

Cuba sta giocando una partita di alto profilo con vari interlocutori: Stati Uniti, Cina, Unione europea, Francia, Brasile, Colombia, Ecuador.

Solo pochi anni fa, all'inizio della crisi del Venezuela, fornitore di petrolio a L'Avana, nessuno avrebbe scommesso un peso sulla centralità di Cuba.
Invece è accaduto. Negoziati, tavoli e relazioni economiche si moltiplicano.

Cuba – Colombia. Le Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, rappresentano la spina nel fianco di tutti i governi della Colombia. Una guerriglia attiva da più di 50 anni. Ebbene, il ruolo di Cuba nei negoziati di pace tra le Farc e il governo di Bogotà è stato cruciale. Non solo per i risultati raggiunti ma anche come prova di interlocutore credibile, utilizzata dagli Stati Uniti, per procedere nella distensione tra L'Avana e Washington. La prova è stata superata.

Cuba-Usa. Negli ultimi 13 mesi, le “aperture” di Washington nei confronti de L'Avana si sono succedute a un ritmo sostenuto. E anche nell'ipotesi che alla Casa Bianca dovesse approdare Marco Rubio o Ted Cruz, candidati repubblicani di origine cubana considerati “falchi” nei confronti di Cuba, sono pochi a sostenere l'inversione di questa politica distensiva.

Cuba- Francia. E' di pochi giorni fa la visita a Parigi di Raul Castro che dopo l'incontro con François Hollande incassa accordi in tre ambiti: turistico, trasporto, commercio equo-solidale. Non solo, Cuba porta a casa anche la parziale cancellazione del debito di Cuba contratto con il Club di Parigi. (pari a circa 11miliardi di euro).

Cuba-Cina. Un altro pilastro della “transizione con crescita economica” , obiettivo di Raul Castro, poggia sugli accordi economici tra Pechino e L'Avana. Il porto di Mariel, la zona franca poco lontana dalla capitale cubana, è stato ispirato a Shanghai degli anni ottanta. I grandi flussi di capitali cinesi, arrivati a L'Avana, hanno contribuito, tra le altre cose, al rilancio del settore turistico.

Cuba-Celac. Un ruolo importante è stato giocato dalla diplomazia cubana anche a Quito, in Ecuador, dove due settimane fa si è tenuto il vertice Celac (Comunità di Stati latinoamericani e Caraibi)
Il riconoscimento internazionale della politica estera di Cuba declinata con maestria è arrivato dalle cancellerie di tutto il mondo. Farnesina compresa. Una politica estera lungimirante che dovrà contribuire a sciogliere i tre principali problemi sul tappeto: la doppia moneta, l'insicurezza alimentare ed energetica, il partito unico.

Alfredo Somoza, presidente di Icei (Istituto di cooperazione economica internazionale) spiega al Sole-24Ore che Cuba «sta mostrando grandi capacità nell'attrazione di investimenti stranieri. Anche per questo un aggravamento della crisi del Venezuela con la conseguente contrazione di esportazione di greggio verso Cuba, non genererebbe uno shock petrolifero. Soprattutto se le quotazioni del petrolio restano attorno ai 30 dollari al barile».

Nella cabina di regia di questa straordinaria svolta cubana c'è il Vaticano. La politica estera cubana e quella vaticana si sono intrecciate. Anche perché l'estensore dell'agenda del primo viaggio a Cuba di Papa Wojtyla, fu un cardinale latinoamericano, di Buenos Aires. Jorge Bergoglio.

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