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Il petrolio riemerge dai minimi: +12%

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Il petrolio riemerge dai minimi: +12%

  • –Sissi Bellomo

Su mercati affollati di speculatori e in balia degli impulsi lanciati da algoritmi succede anche questo, ossia che il petrolio un giorno affondi ai minimi da 13 anni e il giorno successivo metta il turbo, apprezzandosi di oltre il 12% in una sola seduta. Così ha fatto il Wti, che giovedì era scivolato fino a 26 dollari al barile, per poi mettere a segno ieri un rimbalzo a due cifre percentuali e chiudere a 29,44 dollari. Al rally ha partecipato anche il Brent, salito dell’11% a 33,36 dollari, ma entrambi i riferimenti non sono riusciti ad evitare un ribasso settimanale: di circa il 5% nel caso del greggio americano, poco meno del 3% per quello europeo.

Tra i motori del rimbalzo qualche analista cita la speranza che i Paesi Opec si stiano avvicinando a un taglio di produzione. Ma in realtà non è emerso nulla di nuovo, oltre alle parole del ministro dell’Energia degli Emirati arabi uniti, che già avevano messo gli operatori in fibrillazione giovedì sera, dopo la chiusura della seduta ufficiale di scambi. Le dichiarazioni diffuse via Twitter da una giornalista del Wall Street Journal non erano nemmeno di prima mano: il ministro Suhail al-Mazrouei aveva in realtà parlato (addirittura mercoledì) davanti alle telecamere di Sky News Arabia. Traduzione corretta, sull’intenzione di collaborare ad eventuali tagli di produzione, ma solo se c’è la «completa collaborazione di tutti». Traguardo non impossibile, lascia intendere al-Mazrouei, che spiega che oggi «i prezzi non sono appropriati per nessun produttore». In ogni caso, nulla più di questo.

«Stanno solo muovendo le mandibole - è il commento sarcastico di Anz Bank - Vediamo una probabilità molto bassa che si arrivi a una risposta coordinata in termini di tagli di produzione». Anche secondo altri analisti le dichiarazioni dell’emiratino sono state al massimo un pretesto per tornare ad acquistare.

Il petrolio probabilmente sarebbe rimbalzato comunque, dopo i fortissimi ribassi dei giorni precedenti, a maggior ragione perché lunedì i mercati Usa saranno chiusi per la festività del Presidents’ Day: molti operatori avranno avuto paura di ritrovarsi eccessivamente esposti al ribasso durante il week-end lungo e quindi avranno riacquistato posizioni corte.

Anche l’ultima volta che il petrolio era caduto ai minimi pluriennali, il 20 gennaio, l’indomani ci fu un super rally, con rialzi oltre il 10 per cento.

A fornire ulteriore sostegno ai prezzi ieri, verso la fine della seduta, è arrivato anche il conteggio delle trivelle effettuato da Backer Hughes: per l’ottava settimana consecutiva il numero degli impianti di perforazione attivi negli Stati Uniti è diminuito. Le compagnie hanno fermato altre 28 trivelle per l’estrazione di greggio e 2 per il gas, portando il totale a 541. Si tratta del minimo dal 1999.

.@SissiBellomo

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