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la crisi siriana

Obama e Putin, contatti più stretti contro l’Isis. Mosca difende Assad: «L’alternativa è il caos»

Il presidente russo, Vladimir Putin, e quello americano, Barack Obama, hanno concordato nel corso di un colloquio telefonico di intensificare la cooperazione tra le rispettive agenzie ed altre strutture per implementare la dichiarazione di cessate il fuoco del Gruppo Internazionale di Supporto sulla Siria. Lo ha rreso noto l’agenzia stampa russa Interfax.

Durante il colloquio telefonico, Vladimir Putin e Barack Obama hanno sottolineato la necessità di stabilire «stretti contatti di lavoro» tra il ministero della Difesa russo e il dipartimento della Difesa statunitense, al fine di ottenre migliori risultati nella lotta contro l’Isis.La Casa Bianca ha però ammonito la Russia dalla continuazione dei bombardamenti contro l'opposizione moderata al regime di Bashar al Assad.

Il presidente russo e quello americano si sono trovati concordi sulla necessità di intensificare lo sforzo diplomatico e la collaborazione per applicare l’accordo siglato a Monaco, che prevede una temporanea «cessazione delle ostilità» in Siria, una pausa delle armi che dovrebbe cominciare a breve. Al termine della telefonata il Cremlino ha aggiunto che il colloquio è stato «franco» e che entrambi hanno dato «una positiva valutazione» delle discussioni tra Usa, Russia e i principali alleati sulla Siria.

Il premier russo Dmitrji Medvedev ha però messo in chiaro la posizione di Mosca riguardo al presidente Assad: «È l'unica autorità legittima in Siria in questo momento, allontanarlo vorrebbe dire il caos - ha precisato in un'intervista a EuroNews -Noi non abbiamo mai detto che la permanenza di Assad è la questione principale in questo processo, semplicemente crediamo che al momento non c'è nessun'altra autorità legittima».

Intanto, proseguendo nell’intervento dopo le operazioni condotte nella giornata di sabato, l’artiglieria turca è tornata a bombardare le postazioni dell’esercito siriano e della milizia curda dell’Ypg, poche ore dopo averla avvertita che non consentirà minacce alle sue frontiere. L’artiglieria in particolare ha colpito le postazioni curde nelle immediate vicinanze del passo di frontiera di Oncupinar. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, almeno due miliziani sono morti negli attacchi.

La Turchia «ha colpito con la sua artiglieria le postazioni dell'Esercito siriano nel nord della provincia di Aleppo»: lo afferma un comunicato del governo di Damasco citato da Russia Today. I bombardamenti «proseguono anche oggi». Si tratta, recita il testo, di un «sostegno diretto al terrorismo» da parte della Turchia.

La Francia, in una nota ufficiale del ministero degli Esteri, ha chiesto ad Ankara di interrompere i bombardamenti nel nord della Siria. Il Quai d'Orsay è «fortemente preoccupato» per lo sviluppo del conflitto nella regione di Aleppo.

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