Mondo

La Grecia fa i compiti: entro mercoledì apriremo 4 su 5 hot spot…

  • Abbonati
  • Accedi
emergenza Migranti

La Grecia fa i compiti: entro mercoledì apriremo 4 su 5 hotspot promessi

La Grecia «aprirà formalmente mercoledì» quattro dei cinque centri di registrazione e selezione dei rifugiati e migranti promessi all’Unione Europea, in tempo dunque per il vertice del fine settimana previsto il 18 e 19 febbraio. Lo ha detto una fonte del governo di Alexis Tsipras alle prese anche con le proteste di piazza a causa dei tagli alle pensioni e dell’aumento delle tasse agli agricoltori.

L’apertura di questi centri, i cosiddetti hotspot secondo una terminologia astrusa della Unione europea, era originariamente prevista per lo scorso autunno, ma è stata successivamente rinviata fino a metà febbraio.

I quattro aperti saranno quelli di Lesbo, Chios, Samo e Leros, primi appoggi verso l'Europa partendo dalle coste turche, per i migranti che scelgono la via del mar Egeo. L’ultimo dei centri che la Grecia si è impegnata ad aprire, quello di Kos, sarà messo in moto dopo, a causa dei ritardi provocati dall'opposizione del comune e degli abitanti locali che non vogliono ospitare il centro di accoglienza temendo la fuga dei turisti, principale fonte di reddito.

Il ministro della Difesa, Panos Kammenos, rappresentante dei Greci indipendenti, la formazione nazionalista al governo con Syriza e con soli due deputati di maggioranza, terrà domani una conferenza stampa per fare il punto sugli hotspot, mentre il premier Alexis Tsipras riferirà su questi sviluppi nel vertice europeo al via giovedì a Bruxelles.
Gli Stati membri della Ue hanno dato alla Grecia tre mesi di tempo per porre rimedio alle «carenze» nel controllo del flusso di migranti in arrivo sulle sue coste prima di subire la sospensione dalla zona di libera circolazione di Schengen, cioè bloccando la frontiera con la Macedonia. In sostanza se Atene non riuscirà a indentificare tutti i migranti e a selezionare chi ha diritto all’asilo (siriani, iracheni e afghani, perché provenienti da territori in guerra) da tutti gli altri migranti economici, la Grecia verrà praticamente esclusa dalla zona di Schengen. Insomma dopo il rischio Grexit, schivato all’ultimo momento a luglio da Tsipras, si ripresenta l’espulsione di Atene da Schengen. Ma Atene all’ultimo momento è sempre in grado di un colpo di reni con cui rispondere alle sollecitazioni dei falchi del Nord e metterli di fronte alle loro responsabilità verso problemi che sono europei prima che solo greci.

Finora solo Lesbo, l’isola più grande delle cinque dove si istallerranno i campi e le attrezzature per il riconoscimento attraverso le impronte digitali dei migranti, un’isola che ha visto arrivare oltre 400mila migranti, finora è riuscita a rispettare la data ultima dell’Unione europea del 30 novembre scorso. Ora con questo scatto in avanti Atene promette di aprire 4 su 5 hot spot prima di mercoledì e mette i riflettori sui ritardi italiani.

La visita della Boldrini a Lesbo.

«Se la Grecia verrà esclusa dall’area Schengen come qualcuno sta proponendo, perché dalla penisola ellenica entra la gran parte dei richiedenti asilo che raggiungono il suolo europeo, l'Europa stessa naufragherà avendo perso la bussola dei suoi valori e accettando di non rispettare le regole che si è data nei suoi trattati». Lo ha scritto, in un post su Facebook, la presidente della Camera Laura Boldrini dopo la sua visita all'isola ellenica di Lesbo. «Se dovessi racchiudere in un motto il senso della mia visita a Lesbo, approdo di migliaia persone che fuggono con famiglie e bambini dalla guerra e dalla violenza, direi “Lesbo chiama Schengen”. Cosa significa? Semplicemente che da quest'isola si sta levando un grido d'allarme forte e chiaro e la risposta che arriverà dagli altri paesi dell'Ue condizionerà il futuro del nostro continente», ha sottolineato Boldrini ricordando i «tanti volontari accorsi da tutte le parti del mondo, cosi come uomini e donne di varie guardie costiere, inclusa quella italiana da sempre in prima linea nel salvataggio di vite umane».

«Sono arrivata qui accompagnata dal cicepresidente del Parlamento greco Anastasios Kourakis e dal Viceministro dell'interno Jannis Moutzalas. Sull'isola tanti volontari accorsi da tutte le parti del mondo, cosi come uomini e donne di varie guardie costiere, inclusa quella italiana da sempre in prima linea nel salvataggio di vite umane. Sulla spiaggia di Skala ho indossato uno dei tanti salvagenti usati per la traversata. Credo che questo rappresenti oggi il simbolo della salvezza per il Vecchio Continente, una possibilità che Lesbo offre a tutti gli stati membri dell'Unione europea di uscire dal vicolo cieco dei muri e della chiusura delle frontiere», scrive Boldrini raccontando nel post la sua visita. «Ho anche voluto dire grazie a Emilia Kamvysi (83), Mariza (85) e Stratia (90) Maurirapitos, le signore ritratte in una foto che ha fatto il giro del mondo mentre allattano il neonato di due profughi siriani arrivati stremati a Lesbo. Questo semplice gesto di umanità è valso loro la candidatura al Premio Nobel», ha concluso la presidente della Camera, chiudendo il suo post con l'hashtag «#lesbochiamaschengen».

© Riproduzione riservata