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Siria, Onu: missili su ospedali e scuole, almeno 50 morti

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mosca: raid anche con la tregua

Siria, Onu: missili su ospedali e scuole, almeno 50 morti

  • –con un’analisi di Aberto Negri

La telefonata di disgelo fra Obama e Putin non ha avuto alcun effetto. Oggi nel nord della Siria sono stati colpiti cinque ospedali (tra cui quello sostento da Medici senza Frontiere) e due scuole: il bilancio provvisorio dei raid aerei è di almeno 50 morti, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Il segretario Onu, ha riferito il portavoce, «è profondamente preoccupato dalle notizie di attacchi missilitici su almeno 5 strutture mediche e due scuole tra Aleppo e Idlib, che hanno ucciso quasi 50 civili, inclusi bambini».
Intanto oggi a Damasco è arrivato l'inviato speciale dell'Onu per la Siria Staffan De Mistura in una visita non programmata. Lo riferisce una fonte anomina del governo siriano, aggiungendo che De Mistura incontrerà il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem.

L’ospedale di Msf trasformato in un cumulo di macerie
L’ospedale di Msf a Marrat an Numaan - centrato da missili sparati dai caccia russi o da quelli governativi siriani - è stato trasformato in un cumulo di macerie. Almeno sette persone sono morte e altre otto sono considerate disperse, seppellite sotto le macerie o polverizzate dalle esplosioni. «L'ospedale di Marrat è stato centrato da quattro missili sparati nell'arco di pochi minuti - afferma Msf - e questo ci induce a pensare che si sia trattato di un attacco deliberato». «La distruzione di questo ospedale - ha detto Massimiliano Rebaudengo, capo missione di Msf - lascia una popolazione di circa 40mila persone senza accesso ai servizi sanitari in una zona in pieno conflitto». Nella nota si precisa che l’ospedale da 30 posti letto contava uno staff di 54 persone, due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso. Msf supportava l’ospedale da settembre 2015 e ne ha coperto tutti i bisogni comprese le forniture mediche e i costi di gestione. Nei giorni scorsi un altro ospedale di Msf in Siria era stato colpito e nell’attacco erano morte tre persone.

Msf: a colpire sono stati i russi o le forze governative siriane
L'organizzazione medica non è in grado di precisare quale aviazione abbia sparato, ma l'area di operazioni è quella in cui operano da mesi i russi e da anni i caccia governativi siriani. «O il governo (siriano) o la Russia sono chiaramente responsabili», affermano da Msf.

È invece di almeno 10 civili uccisi il bilancio dei raid sulla zona di Azaz, nord della Siria al confine con la Turchia. Secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, tra le vittime si contano due donne (una incinta) e tre minorenni. I bombardamenti hanno colpito l’ospedale ad Azaz e il vicino villaggio di Kalyibrin. La città di Azaz è martellata da giorni da bombardamenti. Il premier Ahmet Davutoglu ha detto che un missile balistico russo ha colpito la località. Ma la zona è martellata da quarantotto ore anche dalle forze armate turche. Ankara, come ha ripetuto il premier Ahmet Davutoglu, vuole impedire ai curdi di conquistarla.

«Si tratta di un nuovo capitolo dell'esercizio di propaganda in corso». Così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha commentato con l’Ansa le accuse rivolte dal premier turco a proposito dei bombardamenti in Siria.

Nonostante l'accordo di cessate il fuoco in Siria, inoltre, la Russia fa sapere che proseguirà i raid aerei «contro i terroristi» anche nella provincia di Aleppo. Il vice ministro degli Esteri russo Gennadi Gatilov ha spiegato: «Noi combattiamo contro gruppi terroristici, Isis, al Nusra e altri, legati ad al Qaida. I bombardamenti su obiettivi dei gruppi terroristici continueranno in ogni caso, anche se si arriverà ad un accordo per il cessate il fuoco in Siria».

L’ambasciatore siriano a Mosca: sono stati gli Usa a colpire
Invece l'ambasciatore siriano in Russia, Riyad Haddad, sostiene che siano stati dei jet Usa a colpire una clinica di Medici senza Frontiere (Msf) nella provincia siriana di Idlib, e non «le forze aeree russe» che «non hanno nulla a che fare con questo». Lo riportano Interfax e Tass.

Intanto la Turchia accusata dal regime di Damasco, respinge le accuse e smentisce le notizie secondo cui truppe di terra turche sarebbero entrate nelle ultime ore in territorio siriano. «Non è vero», ha detto il ministro turco della Difesa Ismet Yilmaz, come riferisce l'agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu. La Turchia non ha intenzione inviare truppe in Siria, ha aggiunto Yilmaz durante un intervento davanti a una commissione parlamentare.

La Nato: per ora no truppe di terra in Siria
Quasi contemporaneamente parlano i massimi vertici Nato. «Escludo per ora che la Nato invii truppe di terra in Siria» dice in un'intervista alla Bild il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «Tutti gli Stati della Nato sono pronti a combattere Isis. Inoltre l'Alleanza supporta Tunisia, Giordania e Iraq nella costruzione di strutture militari». «Le dichiarazioni di Assad mostrano che non sarà facile portare le armi a tacere», afferma poi in un altro passaggio, a proposito delle intenzioni manifestate dal leader siriano, che ha detto di voler «recuperare tutto il Paese» all'indomani dell'accordo sulla cessazione delle ostilità. «Ma il comportamento di Assad dimostra anche che noi dobbiamo continuare a tentare - ha concluso Stoltenberg - altrimenti morti e violenza andranno avanti».

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