
L'Austria introdurrà delle quote giornaliere e creerà un sistema di controlli e recinzioni per limitare il flusso dei migranti ai valichi con l'Italia di Tarvisio, Brennero e Resia. La notizia, che non mancherà di provocare aspre polemiche in Italia, è stata confermata ieri dal ministro degli Interni austriaco Johanna Mikl Leitner e da quello della Difesa Hans Peter Doskozil. «Abbiamo raggiunto la nostra capacità di ricezione in varie aree e dobbiamo frenare gradualmente», ha detto il ministro dell'Interno Johanna Mikl-Leitner ieri in una conferenza stampa tenuta a Spielfeld, al confine con la Slovenia, dove pure verranno stabiliti controlli.
«Ci sarà una quota giornaliera e una quota oraria e, non appena queste quote verranno raggiunte, ci fermeremo (lasciando le persone fuori)», ha detto, aggiungendo che la Germania ha utilizzato un sistema simile al suo confine con l'Austria per mesi ma non ha specificato l'entità delle quote. «Anche la Slovenia prenderà decisioni simili a quelle prese dal governo austriaco in merito ai controlli alle frontiere», ha detto il ministro Mikl-Leitner. Sul ritorno dei controlli alle frontiere siamo di fronte al classico “effetto domino” o effetto valanga, partito dalla Svezia, ormai incapace di sostenere l'urto di migliaia di migranti, trasmesso alla vicina Danimarca e alla Germania e infine a Vienna. Una serie di decisioni a catena che rischia di spingere la pressione dei migranti verso gli snodi ferroviari e di accoglienza dell'Italia del Nord.
I varchi presidiati dagli austriaci sul confine meridionale saranno 12. L'intervento di controllo dell'Austria alla frontiera con l'Italia - è stato spiegato - prevede più ordini d'azione. Si tratta del presidio classico delle frontiere, con punti di osservazione. Ai valichi l'attenzione sarà rivolta al traffico dei veicoli, dei treni e delle persone, ha spiegato Vienna. Non basta. Dei nuclei di intervento speciali di polizia saranno utilizzati, in caso di necessità, per impedire il passaggio del confine da parte di gruppi di persone che dovessero fare uso della forza. Controlli adeguati - si afferma - saranno effettuati anche nelle zone a ridosso della frontiera.
«Il confine del Brennero ha una storia che lo rende particolare e tutte le misure che lo riguardano devono essere prese non solo con una certa sensibilità, ma soprattutto in stretta collaborazione con Tirolo, Alto Adige e Trentino». Lo ha detto il presidente della Repubblica d'Austria, Heinz Fischer in occasione dell'incontro di ieri pomeriggio a Vienna, sul tema dell'emergenza migranti, ai presidenti di Alto Adige (Arno Kompatscher), Trentino (Ugo Rossi) e Tirolo (Guenther Platter). I tre governatori dell'Euregio nella mattinata di ieri avevano incontrato il ministro degli Interni austriaco Johanna Miki-Leitner. Quest'ultima ha chiesto «comprensione» per le decisioni austriache, resesi «necessarie in conseguenza del fatto che l'Europa non riesce a mettere in sicurezza i confini esterni della Unione europea». Nell'occasione è stata ribadita l'urgenza delle gestione del flusso di profughi e richiedenti asilo tenendo presente il valore storico del Brennero.
Il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Maurizio Torreggiani, ha lanciato l'allarme sui rischi per l'economia locale delle annunciate restrizioni al traffico alla frontiera con l'Austria. Una misura, legata all'introduzione di procedure restrittive più complesse per il controllo sui flussi di migranti, che suscita «viva preoccupazione per l'impatto negativo che si riscontrerà sul traffico merci, su strada e ferrovia, oltre che sulle persone». Per Torreggiani è «una minaccia per l'economia della Pianura Padana».
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