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Apple contro Fbi, la privacy come brand

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terrorismo e aziende tech

Apple contro Fbi, la privacy come brand

Ha avuto l’appoggio di Google, Facebook, Twitter e Microsoft perché il valore aziendale da tutelare è la privacy a ogni costo, un valore che si identifica con lo stesso brand, osservava in un editoriale il New York Times. Eppure, Tim Cook, il ceo di Apple ha prima detto no all’Fbi che chiedeva di sbloccare l’iPhone del terrorista assieme alla moglie killer di 14 persone nella strage di San Bernardino, in California, ora ha ancora bisogno di spiegare la sua scelta. Lo fa con uno strumento non politico ma aziendale, perché stavolta non c’è spazio per l’impegno della Silicon Valley, unico simbolo del sogno americano rimasto in piedi nei lunghi anni della crisi economica. Stavolta c’è da rimettere al centro il business e lo strumento sono le FAQ, le domande e risposte frequenti, così Cook spiega ai consumatori la scelta di non collaborare con il governo americano. Stavolta la Casa Bianca del presidente Obama non può sfruttare la sua vicinanza ideale col mondo tech e libertario della West Coast.

Nel giorno in cui le vittime di quell’attentato nel centro disabili californiano che ha dimostrato che gli Stati Uniti non sono immuni al terrorismo dell’Isis, fanno causa all’azienda guidata dal successore di Steve Jobs e si allineano così alle richieste delle autorità federali, spunta la pagina della FAQ che segue la mail interna inviata da Cook agli impiegati dal titolo «Grazie per il vostro sostegno» in cui l’amministratore delegato celebra il patriottisimo di Apple, la sua visione del terrorismo e delle libertà civili, e chiede una commissione di esperti che discuta i vari incroci fra intelligence, privacy, tecnologia e libertà individuali.

Cook insomma sostiene che creare un software che “apra” il telefonino del killer di San Bernardino vuol dire dare uno strumento per aprire qualsiasi iPhone e questo è un passo troppo lungo. Ma evidentemente il no non è bastato e oggi appare la pagina FAQ perché, dice il ceo, «molte persone si pongono ancora domande sul caso, e vogliamo essere sicuri che i fatti siano stati compresi». Secondo Cook non è in gioco la singola indagine sull’attentato ma «la sicurezza dei dati di milioni di persone che rispettano la legge un potenziale precedente per le libertà civili di tutti». La privacy si compra con l’iPhone. (angela manganaro)

Ecco la pagina delle Faq


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