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Il Governatore Zhou Xiaochuan rianima le Borse, ma non dissipa i dubbi…

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Il G20 della Cina

Il Governatore Zhou Xiaochuan rianima le Borse, ma non dissipa i dubbi sullo stato di salute della Cina

La voce chioccia di sempre, l’aggettivo «prudent» ripetuto come un mantra a segnare ogni passaggio del suo discorso. Il Governatore della PboC, Zhou Xiaochuan, nella conferenza stampa di apertura del G20 dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche centrali rianima i listini dopo un giovedì nero, ma non dissipa i dubbi che avvolgono le politiche di Pechino, ormai da mesi. Alla destra il fido Yi Gang, che ha lasciato la guida di Safe, l’agenzia che vigila sui movimenti di valuta estera, per tornare a fare il deputy di PBoC.

Zhou riesce nel primo scopo, rianimare le borse. La Borsa di Shanghai termina gli scambi in rialzo dello 0,95%, a 2.767,21 punti, mentre quella di Shenzhen manca il rimbalzo solo nell’ultima parte della seduta, cedendo lo 0,12%, a quota 1.736,54.

Poi prova a centrare l'altro obiettivo, convincere il mondo che la Cina gode di buona salute. Secondo Zhou infatti c’è ampio spazio per far crescere la confidenza del mondo nella seconda economia e sul fronte monetario ci sono ancora margini di manovra. PBoC diffonde nel frattempo un documento con domande e risposte su questioni molto dettagliate, la maggior parte delle quali in risposta a una serie di problemi sollevati negli ultimi tempi e rimasti senza risposta ufficiale.

Dal Fondo monetario arrivavano nel frattempo le voci di una richiesta, pressante, al G20 e alla Cina in particolare, a lavorare sul fronte dello stimolo della domanda e su quello fiscale e delle riforme strutturali, peraltro al centro di un dibattito in mattinata. L’Fmi poi aggiunge che la crescita ci sarà, ma a patto che si prendano decisioni precise. «I rischi sono alti, ma vediamo la crescita, la Cina dovrebbe crescere tra il 6 e il 6,5 per cento, gli effetti delle politiche monetarie in generale stanno svanendo», ha detto Christine Lagarde. Pechino, invece, parla di 6,5-7 per cento.

Zhou ha affrontato anche il tema del deficit, sollevato ieri da un rapporto interno di PBoC secondo il quale il tetto potrebbe essere portato anche oltre il 4 per cento. La nostra economia monetaria, ha detto, è prudente e relativamente accomodante. Stiamo passando dalla politica monetaria a una basata sui prezzi. Non c’è pericolo di svalutazione dello yuan, né pericolo di crisi di liquidità, il livello di risparmio cinese è alto, al 50% del Pil. Anche l’andamento del commercio estero è caratterizzato da un notevole surplus.

Insomma, un quadro idilliaco che non combacia con la realtà.

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