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Atene dice «no» alla visita del ministro austriaco

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Atene dice «no» alla visita del ministro austriaco

  • –Vittorio Da Rold

La Grecia è offesa e così ha detto no (oki in greco) al ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner, che aveva chiesto di recarsi ad Atene per spiegare, a posteriori, la posizione presa senza consultazioni del suo Paese sul tema migranti.

Il governo greco ovviamente ha fatto sapere che la visita non avverrà finché l’Austria continuerà a prendere misure unilaterali su un tema comune discusso a Bruxelles. Giovedì il governo greco - fortemente irritato dalla convocazione del vertice Austria-Balcani dal quale è stata esclusa insieme ai rappresentanti della Ue - ha richiamato in patria il proprio ambasciatore a Vienna, un fatto assolutamente inusuale fra paesi membri della Ue e dell’eurozona.

Intanto l’Unione europea lotta contro il tempo per scongiurare il peggio. Il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha detto che «restano solo dieci giorni» per evitare che il sistema Schengen «collassi» di fronte alla crisi dei migranti. «Servono progressi visibili da qui al summit del 7 marzo» tra i leader della Ue e quello turco, Ahmet Davutoglu, ha precisato la portavoce dell’esecutivo comunitario per le questioni di immgrazione, Natasha Bertaud. La Ue, ha spiegato, in questo momento è concentrata su due fronti: accordo con la Turchia sui migranti ed evitare un crisi umanitaria sempre dei migranti in Grecia .

«La autorità greche stimano che ci siano circa 25mila» migranti «attualmente presenti sul loro territorio» a questo si aggiungono «due-tremila nuovi arrivi al giorno», ha detto sempre Natasha Bertaud. «Per questo motivo - ha affermato la portavoce - non siamo solo in contatto con le autorità, ma siamo anche presenti nel Paese per mettere in atto tutto il possibile, per essere sicuri che questa crisi non abbia luogo». «Il ministro della Difesa greco ci ha detto che hanno intenzione di aprire 20mila posti d’accoglienza aggiuntivi nel nord della Grecia - ha spiegato - per affrontare la situazione nell’immediato. La Commissione Ue segue da vicino tutto quello che accade». «Siamo pronti ad utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione. Lavoriamo con le autorità greche e tutte le agenzie internazionali presenti», ha aggiunto. In particolare il portavoce ha fatto riferimento ad «un meccanismo di aiuto umanitario che potrebbe essere messo in funzione all’interno dell'Ue», attualmente in corso di preparazione, dopo la decisione al vertice dei leader dei 28 della scorsa settimana. Insomma siamo in piena emergenza, con il Governo di Atene che ha deciso di rallentare il trasporto dei migranti dalle isole alla terraferma per dare più respiro ai centri di accoglienza e Bruxelles alle prese con la peggiore crisi dopo quella dei debiti sovrani.

A riprova che la situazione rischia di precipitare il presidente del consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, la prossima settimana ha deciso di andare in visita nei Paesi della rotta dei Balcani occidentali, nel tentativo di creare consenso, in vista del vertice Ue-Turchia. In particolare, martedì Tusk sarà prima a Vienna e poi a Lubjana per incontrare il cancelliere austriaco Werner Faymann ed il premier sloveno Miro Cerar. Mercoledì il presidente del Consiglio europeo andrà a Zagabria e Skopje, per vedere il premier croato Tihomir Orešković ed il presidente macedone Gjorge Ivanov. La tappa conclusiva del viaggio, giovedì, sarà ad Atene, dove Tusk incontrerà il premier Alexis Tsipras.

Ovviamente il governo greco, alla prese anche con le impopolari riforme da approvare in cambio dei crediti, è in difficoltà e sta cercando di rallentare il flusso di migranti verso il suo confine settentrionale, in modo da prevenire un ulteriore affollamento di profughi che vogliono procedere verso il Nord Europa e che si ritrovano con i confini chiusi dai Paesi frontalieri.

Lo scorso fine settimana, la ex Repubblica jugoslava di Macedonia ha bloccato l’ingresso dei migranti afgani in arrivo dalla Grecia e dopo animate proteste e momenti di tensione, il governo di Atene ha messo centinaia di profughi su dei bus e li ha trasferiti nella capitale. Intanto migliaia di persone continuano ad affluire verso la penisola ellenica, approdando sulle isole e poi al Pireo, dove solo giovedì sono arrivati circa 2mila migranti.

Le cifre del fenomeno sono impressionanti: sono oltre 120mila i migranti arrivati in Grecia e Italia nel 2016: la soglia dei 100mila è stata raggiunta all’inizio di questa settimana. Da inizio anno al 24 febbraio, la Grecia ha registrato 111.099 persone sbarcate mentre l'anno precedente, nei primi due mesi, erano state appena 3.952. In Italia i migranti arrivati da inizio anno sono 8.966; nei primi due mesi del 2015 erano stati 7.882. Sono le stime dell’Oim. Da inizio anno sono 418 i migranti morti: 321 sulla rotta tra Turchia e Grecia, 97 nel Mediterraneo centrale.

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