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Sindrome spagnola a Dublino: il rischio è l'ingovernabilità

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irlanda al voto

Sindrome spagnola a Dublino: il rischio è l'ingovernabilità

Arriveranno alle 7 di stamattina, con la diffusione degli exit poll della televisione RTE, le prime indicazioni sull'esito del voto tenuto ieri in Irlanda. Un appuntamento a cui l'Europa guardava con grande attenzione perché il premier uscente Enda Kenny, leader del Fine Gael, convocando le elezioni politiche alla scadenza del suo mandato, all'inizio del mese, aveva lanciato una sfida ambiziosa: essere il primo capo di governo di un Paese “salvato” dagli aiuti internazionali (e poi sottoposto a un percorso di dolorosa austerity) a essere riconfermato.

Il clima di fiducia - giustificato dai brillanti risultati economici, su cui il primo ministro ha imperniato la campagna elettorale - si è andato però via via deteriorando, man mano che i sondaggi assegnavano consensi sempre meno ampi alla coalizione di governo, fino ad arrivare alle ultime indicazioni: il 28-29% al Fine Gael e appena il 6-7% ai partner laburisti, vero e proprio anello debole. Colpa dei duri sacrifici imposti alle classi più deboli e sostanzialmente avallati anche dal Labour, che invece tanti speravano facesse da argine a quelle politiche e che anche ieri alcuni elettori accusavano di averli traditi, «pugnalandoli alle spalle». Mentre i benefici della ripresa ancora non sono avvertiti da tutti.
Con il 35% dei consensi (contro il 51% del 2011) l'attuale maggioranza non potrebbe sperare nel bis, che, secondo gli analisti, richiede almeno il 44-45% dei voti. Bisogna allora immaginare un allargamento della maggioranza ad altri partiti minori o indipendenti, oppure un'inedita grande coalizione tra i due partiti di centro, rivali storici ormai secolari, dai tempi della lotta per l'indipendenza irlandese. Diversi però a questo punto non escludono il rischio ingovernabilità, uno stallo simile a quello spagnolo e la necessità di nuove elezioni.

Ieri intanto si è votato dalle 7 alle 22. L'affluenza a metà giornata era giudicata buona, tra il 20 e il 30%, considerando che gli irlandesi tendono a votare nelle ultime ore disponibili (nel 2011 votò il 70% degli aventi diritto). Il complesso sistema elettorale del Paese, proporzionale con voto singolo trasferibile (cioè con la possibilità per l'elettore di assegnare più di una preferenza sulla scheda, numerando i candidati in ordine di gradimento), fa sì che, dopo gli exit poll di stamattina, solo nel primo pomeriggio si possano avere i primi risultati, del tutto provvisori. Il conteggio preciso dei seggi potrebbe essere ultimato anche lunedì.

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