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Crescita record in Svezia nel 2015 (+4,1%), anche…

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CASI DI SUCCESSO

Crescita record in Svezia nel 2015 (+4,1%), anche grazie ai rifugiati

Crescita superiore al previsto per l’economia svedese, che nel quarto trimestre dell’anno scorso, secondo i dati diffusi oggi dall’istituto nazionale di statistica, ha registrato un incremento congiunturale del Pil dell'1,3% che diventa +4,5% su base annua. Il dato per l’intero 2015 è un consistente +4,1 per cento.

A trainare l’economia scandinava, la cui performance è quasi doppia rispetto al 2,3% del 2014 e nettamente migliore delle vicine Danimarca e Finlandia (che pure, con un +0,4%, è uscita da un triennio di recessione), sono stati i tassi di interesse bassissimi (-0,50%) e un aumento della spesa pubblica dovuto alla gestione dell’emergenza immigrati. In particolare, sul fronte della domanda nel quarto trimestre si è registrato un +2% congiunturale per quanto riguarda gli investimenti e un +0,9% per quanto riguarda i consumi, pubblici e privati, sostenuti appunto dall’afflusso massiccio di immigrati. Buono anche l’andamento delle esportazioni (+2,9% sul terzo trimestre), che mostrano segnali positivi che non si vedevano dall’esplosione della crisi. «Tutte le componenti del Pil - ha spiegato il capo analista di Nordea Bank, Andreas Wallstrom - hanno sorpreso al rialzo nel quarto trimestre, evidenziando che la crescita ha basi ampie. I consumi pubblici sono stati probabilmente aumentati dall’afflusso di rifugiati, che potrebbe influire anche nei prossimi mesi».

La Riksbank, la banca centrale svedese, l’11 febbraio ha ridotto i tassi di interesse a -0,50 per cento. Lo ha fatto non per spingere la crescita ma per indeblire la corona e ridurre la minaccia di deflazione. Paradossalmente, però, con il boom dei dati di crescita la corona si è immediatamente rafforzata nei confronti dell’euro, toccando il livello massimo delle ultime due settimane e vanificando l’obiettivo. La Riksbank aveva fatto sapere di essere pronta a ulteriori allentamenti, suscitando tuttavia le critiche di quanti temono un surriscaldamento dell’economia e una bolla immobiliare. In particolare, la Commissione europea e l’Fmi temono che i tassi negativi alimentino i prezzi delle case e incoraggino l’indebitamento delle famiglie svedesi (170% del Pil), già tra i più alti d’Europa.

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