
Taglio del deficit pubblico e sviluppo delle aree rurali: su questi punti si concentra il bilancio 2016/17 dell’India, la grande economia a più rapida crescita del mondo. Un programma economico che per ora non scalda gli investitori: mentre il ministro delle Finanze Arun Jaitley lo illustrava al Parlamento, le quotazioni dell’indice Sensex scendevano, fino a sfiorare un calo di quasi l’1,5%, prima di risalire in chiusura a -0,6%. A febbraio, la Borsa ha lasciato sul terreno il 7,5%.
Il bilancio fissa al 3,5% del Pil il target per il deficit pubblico dell’anno prossimo, in discesa dal 3,9% del 2015/16. L’aggiustamento sarà ottenuto grazie alla crescita dell’economia, prevista al 7,6%, e a entrate fiscali in aumento dell’11%. Anche la spesa salirà dell’11%. Circa 16 miliardi di dollari andranno a finanziare lo sviluppo delle aree rurali, dove vive il 70% della popolazione (in India, l’agricoltura assorbe il 40% della manodopera). Nel documento di bilancio il Governo si impegna a raddoppiare il reddito degli agricoltori entro i prossimi 5 anni. Nel 2016, quattro Stati saranno chiamati al voto, compreso il West Bengal, a forte vocazione agricola. E l’anno prossimo sarà la volta dell’Uttar Pradesh, il più popoloso dell’Unione indiana. Il premier Narendra Modi non può permettersi altre sconfitte come quella subita a novembre nel Bihar.
Tra le altre misure illustrate per lo sviluppo delle aree rurali ci sono meccanismi di welfare e la costruzione di strade. In tutto, per potenziare le infrastrutture del Paese, sono stati stanziati 32 miliardi di dollari (+15%) con i quali si punta a costruire tra l’altro 10mila chilometri di nuove autostrade e ad ammodernarne altri 50mila. A questi fondi si sommano 17,6 miliardi per la rete ferroviaria.
Sarà invece ridotta la spesa in sussidi. Parte delle maggiori entrate fiscali arriveranno dall’innalzamento delle imposte su benzina e diesel, sfruttando l’opportunità offerta dal calo del prezzo del petrolio. È anche previsto un condono fiscale. Il Governo ha invece confermato l’intenzione di tagliare dal 30 al 25% la tassazione sui redditi d’impresa nei prossimi quattro anni.
Per ricapitalizzare le banche pubbliche, oberate da sofferenze pari al 14,1% dei prestiti erogati, vengono stanziati 3,6 miliardi di dollari, contro i 6-7 miliardi per ognuno dei prossimi 4 anni che sarebbero necessari secondo le stime della recente Indagine annuale sulla situazione economica del Paese, redatta dal capo dei consulenti economici del Governo, Arvind Subramanian. Secondo questo report, le banche di Stato avrebbero bisogno di un’iniezione di 26 miliardi di dollari. Ma Morgan Stanley ritiene bassa questa stima e calcola che ne servirebbero 36. Le banche di Stato controllano oltre il 70% dei prestiti erogati dal comparto. Jaitley ha anche aggiunto che il Governo sta pensando di cedere la quota di maggioranza di una di queste, la Idbi Bank.
Archiviato il documento di bilancio, l’attenzione si sposta ora alla Banca centrale e gran parte degli economisti si aspettano un taglio dei tassi. Il mese scorso, il governatore Raghuram Rajan aveva appunto affermato che prima di decidere le prossime mosse di politica monetaria avrebbe aspettato appunto la presentazione del budget.
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