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2/5 The Donald presidente/Wall Street non ama l'incertezza che rappresenta

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    PResidenziali USA

    Trump alla Casa Bianca, ecco chi nel business ha già detto no

    2/5 The Donald presidente/Wall Street non ama l'incertezza che rappresenta

    Di Trump si ripetono ormai le frasi sempre poco diplomatiche, come quando definì gli stipendi degli amministratori delegati «vergognosi» e «un completo scherzo». Wall Street parla di meno ma le opinioni sul magnate newyorkese finora raccolte non sono entusiaste, e c'entra poco la suscettibilità dei ceo per i giudizi sui troppi soldi che prenderebbero. «A Wall Street piace ciò che conosce, non le variabili, e Trump è una variabile. Oserei dire che Trump è come un jolly» dice a Cnn Peter Kenny, trent'anni a Wall Street e chief market strategist al The Clear Pool Group, azienda finanziaria del settore tecnologico. «Con Trump alla Casa Bianca» dice Sam Stovall, chief investment strategist at S&P Capital IQ, «potremmo avere un'amministrazione che parla in modo franco e diretto ma se ciò che preoccupa è l'incertezza, io sarei molto preoccupato di una presidenza Trump».

    Greg Valliere, chief political strategist al Potomac Research Group aggiunge che Wall Street odia Trump perché lo considera un traditore della sua categoria: «ha spinto così tanto la retorica populista secondo cui Wall Street è avida, un posto in cui si fanno troppi soldi, che alla fine sembra più ostile di Elizabeth Warren». Morgan Stanley, che pure ha avuto un ruolo cruciale nell'arricchire Trump, ha preferito non commentare. Non sono pochi i gruppi finanziari che rimangono in silenzio davanti alle dichiarazioni di uno di loro ma - ha scritto a dicembre Financial Times - di fronte ai suoi continui attacchi, «Wall Street inizia ad alzare qualche sopracciglio».

    Trump ripete che gli hedge fund manager la «passano sempre liscia» invece «dovrebbero pagare più tasse» perché «hanno distrutto il ceto medio». Con più distacco un hedge fund manager, Douglas Kass di Seabreeze Partners Management Inc, ragiona con Reuters: «Raramente il mercato festeggia la mancanza di prevedibilità, e in questo senso Trump è l’incubo degli investitori quest’anno».

    In queste settimane è emerso il caso di Luke Thorburn che lavora come associate nella divisione wealth management di Goldman Sachs. Risulta l’unico impiegato della banca di investimenti che ha fatto donazioni alla campagna di Trump (534, 58 dollari), ma soprattutto da settembre vende cappelli con la scritta «Make Christianity Great Again», eco dello slogan di Trump «Make America Great Again», ha messo su un apposito sito, la sua storia è stata raccontata dal New York Times. Goldman ora lo ha messo in congedo ufficialmente perché non aveva informato il datore di lavoro di questa seconda attività.

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