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Commercio estero tedesco, gli Usa superano la Francia come primo mercato

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la svolta dopo quarant’anni

Commercio estero tedesco, gli Usa superano la Francia come primo mercato

FRANCOFORTE - Svolta epocale nel profilo del commercio con l'estero della Germania: per la prima volta da quarant'anni a questa parte la Francia perde il primo posto sia nel totale dell'interscambio, sia come mercato di destinazione delle esportazioni tedesche, a favore degli Stati Uniti.

La ripartizione per Paese degli scambi internazionali della Germania nel 2015, pubblicata ieri dall'ufficio federale di statistica, rivela che gli Usa sono passati al primo posto con 173,2 miliardi di euro, davanti alla Francia con 170,1. L'Italia è al sesto posto con 107,1 miliardi di euro.

Anche per l'export tedesco, gli Stati Uniti sono ora il primo mercato, con 113,9 miliardi di euro, scalzando la Francia (103 miliardi), per la prima volta dal 1961. Anche in questa graduatoria l'Italia è sesta, con 58 miliardi di euro.

La Cina è invece il Paese dal quale la Germania importa di più, per 91,5 miliardi di euro, davanti all'Olanda (88,1 miliardi, anche se le cifre del Paese vicino sono distorte dalla residenza olandese di molte società di altri Paesi) e alla Francia (67 miliardi). L'Italia è al quinto posto con 49 miliardi di euro, dietro gli Usa.

Il 2015, come pubblicato dall'ufficio di statistica il mese scorso, è stato un anno record per il commercio estero tedesco, sia per quanto riguarda l'export (1.195 miliardi di euro), sia l'import (948 miliardi). Da primato anche il surplus commerciale, che ha toccato 247,8 miliardi di euro. Anche in questo caso, al primo posto ci sono i rapporti con gli Usa, con un attivo di 54,6 miliardi di euro. Il surplus nei confronti dell'Italia è stato di 9 miliardi di euro. La Germania accusa invece il deficit più pesante nei confronti della Cina, per 20,3 miliardi di euro.

La posizione del commercio con l'estero della Germania è da tempo al centro di controversie a livello internazionale ed europeo. Il persistente surplus è stato criticato in momenti diversi dal Fondo monetario e dal Tesoro degli Stati Uniti, tra gli altri, ed è finito nel mirino anche della Commissione europea, in quanto la bilancia delle partite correnti supera abbondantemente da anni il 6% del prodotto interno lordo, definito come uno squilibrio macroeconomico. Uno squilibrio che può aver contribuito alla crisi dell'eurozona. Le autorità di Berlino hanno sempre respinto le accuse, sostenendo che il surplus è il prodotto della maggior competitività delle imprese tedesche.

Il sorpasso degli Stati Uniti ai danni della Francia può suonare come parziale conferma della tesi del Governo tedesco, secondo cui il surplus si sta riorientando verso i Paesi al di fuori della zona euro. La crescita dell'export e dell'import della Germania nei confronti del resto dell'eurozona è stata inferiore a quella delle altre aree. Tuttavia, nel 2015, le importazioni tedesche dagli altri Paesi dell'area della moneta unica sono aumentate del 3,8%, mentre le esportazioni verso gli stessi Paesi sono cresciute di più, del 5,9%, peggiorando la bilancia.

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