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Turchia, ancora la stampa nel mirino: sotto sequestro il quotidiano…

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decisione di un tribunale di istanbul

Turchia, ancora la stampa nel mirino: sotto sequestro il quotidiano Zaman

(Afp)
(Afp)

Un tribunale di Istanbul ha deciso di porre sotto amministrazione controllata il gruppo editoriale che controlla il quotidiano Zaman per i suoi legami con il magnate e imam Fethullah Gulen, ex alleato poi diventato principale oppositore del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il tribunale ha accolto la richiesta della procura di nominare una commissione che prenda il posto degli attuali amministratori di Zaman. Lo scorso ottobre, alla vigilia delle elezioni politiche, è stata commissariata la holding Koza Ipek, anch'essa legata a Gulen, e sono stati nominati nuovi amministratori per i media del suo gruppo, i quotidiani Bugun e Millet e le emittenti Bugun tv e Kanalturk. Le quattro testate sono state prima censurate e poi hanno riaperto con una nuova linea pro-Erdogan.

Nel pomeriggio una folla di sostenitori e giornalisti si è riunita davanti alla redazione del quotidiano, nel quartiere di Bahcelievler, a Istanbul. Nelle immagini mostrate dalle tv turche si è visto anche l'ingresso chiuso con delle catene, forse nell'attesa di un possibile intervento delle forze dell'ordine, analogamente a quanto avvenuto alla vigilia delle elezioni del primo novembre in occasione del sequestro del gruppo editoriale Ipek. Emma Sinclair-Webb, di Human Rights Watch, ha parlato di decisione «scandalosa», «censura» e «giorni bui in Turchia» per la stampa.

«Stiamo attraversando i giorni più bui e cupi in termini di libertà della stampa, che è un caposaldo della democrazia e dello stato di diritto», si legge nel messaggio pubblicato dal sito in inglese di Zaman pubblica nel giorno in cui un tribunale di Istanbul ha ordinato il suo commissariamento. Nel messaggio si denunciano «gravi pressioni» sul quotidiano e, più in generale, «minacce» con cui «intellettuali, imprenditori, celebrità, organizzazioni della società civile, media e giornalisti vengono zittiti» se cercano di rimanere indipendenti. «I giornalisti frequentano più i tribunali che le redazioni. Molti di quelli che sono stati arrestati e messi sotto processo più e più volte sono tuttora in carcere». Il quotidiano ricorda i casi dei due giornalisti di Cumhuriyet arrestati e rilasciati solo dopo una sentenza della Corte costituzionale, che Erdogan ha affermato di non rispettare né riconoscere come legittima.

«Deploro il fatto che un Tribunale di Istanbul abbia deciso di affidare a fiduciari nominati dal tribunale stesso il controllo del gruppo media a cui appartiene il giornale Zaman», ha affermato Nils Muižnieks, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa. «Considerando quello che è successo dopo una nomina dello stesso tipo dei fiduciari al gruppo media Koza Ipek vedo tutto ciò come una interferenza molto grave alla libertà dei media, che non dovrebbe avere luogo in una società democratica. È l'ultimo di una serie di restrizioni inaccettabili e indebite della libertà di stampa in Turchia, e rafforza un modello estremamente preoccupante di persecuzione giudiziaria contro i media dissidenti e i giornalisti nel Paese».

«Esorto le autorità turche - ha concluso Muižnieks - a prendere tutte le misure necessarie per invertire gli effetti di queste inferenze e evitare che si ripetano in futuro. Ho intenzione di includere la libertà di stampa tra i principali problemi che discuterò con le autorità turche durante la mia prossima visita in Turchia nel mese di aprile».

I fatti si sono svolti mentre il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, incontrava a Istanbul il presidente Erdogan, nell'ultimo giorno del suo tour di questa settimana nei Paesi interessati dal flusso migratorio sulla rotta balcanica, organizzato per preparare il summit straordinario Ue-Turchia di lunedì a Bruxelles.

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