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Attacco Usa con i droni: uccisi 150 jihadisti

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Medio Oriente

Attacco Usa con i droni: uccisi 150 jihadisti

La nuova guerra condotta dagli Stati Uniti contro il terrore ha cambiato faccia. I protagonisti sono i droni, aerei senza pilota ma non meno letali, e piccole unità di forze speciali.

Il ricorso ai droni sta divenendo molto frequente, dalla Siria, alla Libia fino alla Somalia. E proprio in Somalia, durante il week end, alcuni droni americani hanno effettuato una granze operazione contro dei campi di addestramento degli al-Shabaab, feroce movimento estremista somalo affiliato ad al-Qaeda che dal 2006 sta traumatizzando la Somalia.

A dare l’annuncio Jeff Davis, un portavoce del Pentagono: «Secondo le valutazioni preliminari oltre 150 terroristi sono stati eliminati», ha dichiarato. Nel mirino del raid un sito denominato Raso Camp, tenuto sotto osservazione per diverse settimane. «L’attacco ha avuto successo», ha precisato Jeff Davis, aggiungendo che l’intelligence americana aveva indicato che il gruppo stava preparando una «attentato su larga scala» e rappresentava «una minaccia imminente per gli Usa e per le forze dell’Unione africana in Somalia».

Saliti alla ribalta nel 2006, gli Shabab erano riusciti nel 2009 a controllare quasi tutta la Somalia centro-meridionale, destabilizzando l’intera regione. Nel 2011 sono stati cacciati da Mogadiscio ed hanno perduto molti territori in seguito all’avanzata delle forze kenyote da sud.

In questi anni si sono macchiati di molti attentati terroristici, sovente contro i civili anche nei Paesi confinanti. Fu loro opera, nel settembre del 2013, l’irruzione nel centro commerciale Westgate a Nairobi, dove uccisero 63 persone tra cui diversi stranieri. Sempre loro, lo scorso aprile, a fare irruzione nel Garissa University College, un campus universitario di Garissa, in Kenya, dove sequestrarono centinaia di persone uccidendone 147, in larga parte studenti. In Somalia i loro attentati non si contano. L’ultimo in febbraio, quando hanno fatto esplodere due ordigni in ristorante affollato a Baidoa e a far detonare una bomba a bordo di un aereo civile, costretto ad un atterraggio di emergenza a Mogadiscio.

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