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Ad Atene la crisi costa lo 0,6% del Pil

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Ad Atene la crisi costa lo 0,6% del Pil

  • –Vittorio Da Rold

IDOMENI

Secondo il governatore della Banca centrale greca, Yannis Stournaras, la crisi dei migranti in Grecia potrebbe costare 600 milioni di spese supplementari, pari allo 0,6% del Pil. Una nuova mazzata sui già difficili equilibri contabili di un Paese che deve tornare nel 2018 a un surplus di bilancio, cioè al netto del costo sugli interessi del debito, del 3,5% del Pil.

In effetti i centri di accoglienza sono allo stremo mentre dalle isole continuano a giungere migliaia di rifugiati al giorno verso il porto del Pireo dove sono sorti due campi profughi. Il vecchio aeroporto di Atene, Elleniko, oggi in disuso e lo stadio per le olimpiadi sono stati trasformati in aree di accoglienza in tutta fretta. Altri 13mila migranti ora sono imbottigliati a Idomeni al confine greco macedone, dopo il blocco della via balcanica che rischia di trasformare la Grecia in un «deposito di anime» secondo la definizione del ministro greco per i rifugiati se l’accordo di ricollocamento dei profughi con la Turchia non dovesse funzionare. E sono molti a metterne in dubbio la legittimità, Onu compresa.

Martedì a Smirne, uno dei punti di partenza dei profughi che tentano di arrivare in Ue approdando sulle isole e le coste turche, si sono incontrati i premier greco Alexis Tsipras e turco Ahmet Davutoglu, che hanno assicurato di avere un «approccio comune» al dossier.

Davutoglu ha sottolineato che «nelle decisioni prese lunedì a Bruxelles, la cooperazione tra Turchia e Grecia è vitale» e ha assicurato che proprio grazie al lavoro comune già in corso «nelle settimane e mesi che verranno l’Egeo non sarà più un mare di tristezza e di disperazione, in cui degli innocenti perdono la vita». I profughi però non la pensano così e non vogliono tornare in Turchia, soprattutto i siriani di origine curda. L’Ue intanto si è data tempo fino al vertice del 17-18 marzo per finalizzare l’accordo, che sta suscitando le riserve e le preoccupazioni di molte organizzazioni che si occupano di migranti, a cominciare dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr).

Ieri intanto la troika ha incontrato ad Atene il ministro delle Finanze greco Euclid Tasakalotos mentre il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin. ha detto che si discuterà di riduzione del debito greco il 15 aprile alla riunione di primavera del Fmi a Washington.

La Grecia così potrebbe tornare presto in prima pagina se i costi della crisi dei migranti, aggiunta ai ritardi nel varo di alcune delle riforme richieste dal terzo programma da 86 miliardi di euro, si dovessero sommare formando una ennesima tempesta perfetta sul Partenone. Atene deve realizzare una riforma pensionistica per tagli da da 1,6 miliardi di euro pari all’1% del Pil, una mossa fortemente impopolare visto che il 50% dei greci ha come principale fonte di reddito proprio la pensione. Syriza è in difficoltà visto che ha solo due parlamentari di maggioranza in Parlamento. Molti analisti pensano che alla fine le riforme verranno realizzate ma questo potrebbe richiedere un cambio nella composizione del governo. Solo dopo l’approvazione delle riforme si potranno aprire le discussioni con la troika sulla ristrutturazione del debito che dovrebbero prevedere estensioni nelle scadenze del proprio debito e tassi più bassi ma niente taglio del nominale.

A quel punto però gli incentivi a rispettare il programma di riforme saranno molto bassi e si potrebbe tornare in un altro periodo di incertezza politica. Così molti si aspettano che i rendimenti del debito greco rimarranno elevati e volatili per tutto il 2016 . Ma l’appuntamento chiave sarà il rimborso alla Bce della tranche di debito di luglio quando, con 3,5 miliardi di euro di prestiti in scadenza, senza l’esborso della tranche del credito non ci sarebbe liquidità per pagare stipendi e pensioni statali. Le preoccupazioni sulla capacità della Grecia di onorare il debito e di rimanere nell’Eurozona potrebbero far innalzare la volatilità in altri mercati periferici, come avvenuto durante l’estate del 2015.

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