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I quattro motivi per cui alle banche non piace il taglio del tasso sui depositi…

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la reazione nel mondo del credito

I quattro motivi per cui alle banche non piace il taglio del tasso sui depositi della Bce

La Bce ieri ha annunciato un taglio del tasso sui depositi da -0,3% a -0,4%. I mercati se lo aspettavano e si erano già portati avanti da tempo in questa direzione “abbassando” i rendimenti dei titoli di Stato (il titolo tedesco a due anni è scivolato addirittura a -0,5%). Eppure un ulteriore taglio di questo tasso non è che sia proprio gradito. I titoli bancari stanno salendo a Piazza Affari non tanto per questo annuncio, ma per l’altro (ovvero la Bce presterà loro soldi a quattro anni con tassi negativi fino allo 0,4% attraverso nuove aste T-Ltro che partiranno a giugno) e stanno salendo anche proprio per il fatto che ieri la Bce ha lasciato intendere che non intende ridurre il tasso sui depositi oltre il -0,4%.

Ci sono almeno quattro motivi per cui un taglio del tasso sui depositi non piace alle banche. Innanzi tutto perché per le banche più che un tasso è una tassa. Il tasso sui depositi presso la Bce normalmente infatti rappresenta quanto la Bce dovrebbe remunerare le riserve detenute dalle banche presso il suo conto. Ma dato che è negativo accade il contrario. Sono difatti le banche private ora a pagare una tassa alla Bce per parcheggiare le riserve in eccesso. Questa tassa viene pagata solo sulle riserve in eccesso, e non su quelle obbligatorie che per legge le banche devono detenere (oggi questa riserva obbligatoria è pari all’1%).

Non fa piacere anche perché per le banche, ogni qual volta si riducono i tassi ufficiali, si riduce anche il margine di guadagno potenziale che gli istituti possono ricavare dall’attività di impiegare la liquidità prestandola a famiglie e imprese. Secondo Morgan Stanley un taglio del tasso sui depositi a -0,4% da parte della Bce porterà a una contrazione dei profitti del 5% per il prossimo anno.

E non fa piacere anche perché tassi così bassi (e per giunta negativi) esaltano un altro tipo di problema: le banche si stanno domandando ora se e come poter scaricare la tassa che pagano per depositare l’eccesso di liquidità presso la Bce sulla clientela. In Svizzera - dove il tasso sui depositi che le banche private pagano alla Banca centrale è a -0,75% - c’è un istituto che è passato ai fatti: l’Alternative Bank Schweiz difatti applica un tasso negativo sui depositi alla clientela. Sergio Ermotti, ceo di Ubs, ha dichiarato che a questo punto le banche «non sanno cosa fare» dei depositi.

Allo stesso tempo tassi negativi sui depositi stanno gonfiando nuovamente gli squilibri tra i Paesi europei, evidenziati dai saldi Target 2 che sono una sorta di fotografia dello stato di fiducia tra le banche dell’Eurosistema. Quando c’è poca fiducia i saldi tendono a gonfiarsi con differenze evidenti tra i Paesi. Stando agli ultimi dati la posizione creditoria delle banche tedesche nei confronti del sistema Target 2 è cresciuta a 562 miliardi di euro a ottobre 2015 (ultimi dati disponibili) a fronte dei 460 di fine 2014. Allo stesso tempo la posizione debitoria dell’Italia nei confronti del sistema è aumentata dai 164 miliardi di inizio 2015 a quasi 250 miliardi di euro.

«L’aumento dei saldi target 2 ci dice che una banca tedesca in questo momento preferisce parcheggiare le riserve in eccesso presso la Bce, pur pagando lo 0,4% di tassa, piuttosto che prestarlo a una banca italiana che ha bisogno di liquidità, alla quale applicherebbe un tasso più alto - spiega Andrea Terzi, professore di politica monetaria all’Università Cattolica -. In realtà l’unico effetto tangibile che può avere un taglio del tasso sui depositi è solo un temporaneo calo dell’euro. Ma solo temporaneo, finché l’Eurozona produca un avanzo commerciale come accade da anni che di per sé tende a far aumentare la domanda e il valore stesso della valuta».

Quindi le banche non gradiscono il taglio del tasso sui depositi che in ogni caso non dovrebbe bastare a ripristinare la fiducia nel sistema di compensazione della liquidità interbancario europea (Target 2). Ma allora perché questo tasso è andato giù? «Bella domanda, sembra quasi che la Bce sia prigioniera delle aspettative dei mercati». Una storia già vista anche negli Stati Uniti.

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