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Migranti: Ue, intesa lontana con Ankara. Cipro minaccia il veto

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giovedì vertice dei leader dei 28 paesi

Migranti: Ue, intesa lontana con Ankara. Cipro minaccia il veto

Si annuncia una strada in salita per l'intesa tra Ue e Turchia sulla crisi dei migranti, al vertice dei leader dei 28 di giovedì e venerdì. Skopje intanto ha respinto 1.500 migranti e profughi che ieri avevano lasciato il campo di Idomeni ed erano riusciti a entrare in Macedonia nonostante la frontiera sigillata da giorni. Il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, in visita all'area di confine, dove 14mila migranti e profughi restano in attesa di passare nonostante la rotta balcanica sia chiusa, parla di «situazione tragica».

Lo scoglio principale per arrivare ad un pieno accordo con Ankara, dopo quello siglato al vertice del 7 marzo, è l'accelerazione sull'adesione della Turchia all'Unione. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, volato a Nicosia e Ankara, si è impegnato sulla delicata partita. Ma il presidente cipriota Nikos Anastasiades ha avvertito: «Non consentirò l'apertura» dei capitoli negoziali fino a quando Ankara non riconoscerà Cipro come Stato, lamentando la pressione sul Paese. A Tusk non è restato che constatare che «La proposta turca per essere accettata dai 28 deve essere riequilibrata, ma non ci siamo ancora».

Giovedì sera il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker incontrerà Anastasiades a Bruxelles. La situazione è molto fluida. Per il ministro degli Esteri olandese Bert Koenders (presidenza di turno) un accordo è ancora possibile: «Sono relativamente ottimista sulla possibilità di ottenere un buon pacchetto di misure» ha commentato. L'esecutivo comunitario giovedì presenterà una comunicazione in cui dettaglia quanto occorre per mettere in pratica i punti dell'intesa quadro.

Un lavoro che la Commissione Ue ha portato avanti con l'Unhcr, per assicurare conformità col diritto internazionale dopo i dubbi espressi dall'Onu e da vari Paesi, come Spagna, Francia, Svezia, Lussemburgo e Italia. «È fondamentale avere nero su bianco questa certezza. Si tratta di un punto su cui l'Italia ha insistito moltissimo», afferma il sottosegretario Sandro Gozi.

Tra i punti più controversi, i rimpatri dei richiedenti asilo dalla Grecia alla Turchia. Affinché siano realizzabili, spiegano fonti Ue, saranno necessarie delle modifiche legali: Atene dovrà riconoscere la Turchia come Paese terzo sicuro, mentre Ankara dovrà garantire a tutti i profughi la stessa protezione che già offre ai siriani. «Le richieste di asilo saranno analizzate caso per caso - sottolineano le fonti -. Non ci saranno rimpatri a tappeto».

Tutto si dovrebbe svolgere nelle isole, dove sarà potenziata la logistica per l'accoglienza, gli uffici per le richieste di asilo e la presenza di giudici. L'obiettivo è di arrivare a rinviare in Turchia i migranti economici in 40 ore, mentre i richiedenti asilo le cui domande saranno giudicate inammissibili nell'arco di due settimane.

I costi stimati per tutta l'operazione sono di circa 20 milioni di euro al mese. Per il meccanismo di 'scambio uno a uno' che prevede l'accoglienza in Ue di un profugo siriano dalla Turchia per ogni siriano che viene rinviato dopo aver raggiunto l'Unione in modo illegale, nella comunicazione si prevede di utilizzare i 18mila posti dei reinsediamenti decisi nei mesi scorsi, rimasti ancora disponibili.

Una volta esauriti, si andrà avanti con i 54mila posti dei ricollocamenti di cui mesi fa Budapest non aveva voluto beneficiare, procedendo secondo un sistema di compensazione: chi farà i reinsediamenti non sarà obbligato a ricollocare l'equivalente. Un'idea che aveva già riscosso il gradimento anche di alcuni “falchi” dei Visegrad, come Polonia e Repubblica Ceca.

I rimpatri ed il meccanismo uno a uno saranno misure “temporanee e straordinarie”, sottolineano fonti Ue. Per la liberalizzazione dei visti entro giugno, alla Turchia restano da soddisfare 37 dei 72 benchmark previsti, e dovrà dimostrare di aver fatto il grosso del lavoro per metà aprile. In una seconda comunicazione che la Commissione Ue presenterà domani si fisserà anche l'obiettivo di 6mila ricollocamenti al mese da Grecia e Italia, e 20mila per la fine di maggio.

I commissari, nella loro riunione di domani, discuteranno anche un documento in cui si delineano quattro scenari possibili per la revisione del regolamento di Dublino, ma la presentazione del documento è prevista per il sei aprile.

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