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Cipro minaccia il veto sull’accordo Ue con la Turchia sui migranti

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Cipro minaccia il veto sull’accordo Ue con la Turchia sui migranti

Il primo ministro cipriota Nicos Antastasiades (Afp)
Il primo ministro cipriota Nicos Antastasiades (Afp)

Il presidente cipriota Nicos Anastasiades minaccia di mettere il veto al possibile accordo tra i 28 della Ue e la Turchia sui migranti per cercare una soluzione che sia accettabile per la Repubblica cipriota: l'isola è infatti divisa dal 1974, con la Repubblica Turca di Cipro Nord che è riconosciuta solo da Ankara e dove stazionano circa 40mila soldati turchi.
Nicosia, la Cipro “meridionale”, è l'unica entità riconosciuta a livello internazionale ed oggi ha in mano una potente arma con il veto. È nella Ue e vuole mettere fuori qualsiasi concessione che, teme, potrebbe sabotare la migliore opportunità negli ultimi anni di giungere a riunificare l'isola.

I colloqui per la riunificazione si stanno intensificando in questi mesi con l'aiuto della amministrazione americana dopo numerosi fallimenti precedenti, ma Ankara pone sempre nuovi problemi.

Il presidente Anastasiades ritiene che non ci possa essere alcuna accelerazione nei negoziati di adesione della Turchia all'Ue fino a quando le autorità turche rifiutano a Cipro l'accesso ai loro porti e aeroporti, in seguito al mancato riconoscimento dell'isola da parte di Ankara. Nicosia vuole dunque usare l'accordo sui migranti per rilanciare il dialogo e rimuovere gli ostacoli che finora hanno impedito la caduta dell'ultimo muro che divide ancora l''Europa.

Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha twittato «i tre principi che guideranno il nostro lavoro durante» il summit dei capi di stato e di governo che si apre oggi a Bruxelles e che ha all'ordine del giorno la crisi dei migranti e l'accordo con la Turchia.

«Il primo: l'accordo (con Ankara) deve essere accettabile per tutti i 28 stati membri, piccoli e grandi - ha scritto sul suo account Twitter Tusk riferendosi agli ostacoli posti da Cipro - Secondo, l'accordo deve rispettare integralmente le norme Ue e internazionali. Terzo, deve effettivamente contribuire a risolvere la crisi migratoria e contribuire alla nostra comune strategia complessiva».

In gioco c'è anche l'utilizzo pacifico dei ricchi giacimenti di gas nel mare adiacente la parte meridionale dell'isola, esplorazioni che oggi sono contestate dalla Turchia.

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