
Un nuovo attentato suicida in Turchia, a Istanbul, nella zona europea, questa volta nella centralissima via dello shopping Istiklal, poco distante da piazza Taksim, il cuore pulsante della città e dei suoi movimenti di protesta sociale. Diversi morti, tra cui l'attentatore, e numerosi feriti il triste bilancio.
Solo domenica scorsa, ad Ankara, la capitale, un attentato ha causato la morte di 37 persone, un episodio rivendicato dal Tak, un sedicente gruppo filo curdo affiliato al Pkk secondo la polizia turca, completamente autonomo, secondo la guerriglia curda. Il Paese è sull'orlo di una destabilizzazione proprio all'indomani dell'accordo con la Ue che dovrebbe risolvere il problema del flusso dei profughi dalla vicina Siria verso la Grecia. Ankara è in guerra con la guerriglia curda dal 1983, un conflitto che ha provocato 40mila morti e che non accenna a trovare un soluzione tra le parti. Anzi la rivendicazione dei curdi siriani giovedì scorso di una forma di autonomia da Damasco, embrione di un possibile stato autonomo al confine meridionale turco come quello dei curdi nel Nord dell'Iraq, ha fatto salire la tensione ad Ankara sulla irrisolta questione curda.
Anche le recenti chiusure preventive delle sedi diplomatiche e delle scuole tedesche in Turchia sono un segnale inequivocabile di come la situazione dell'ordine pubblico e della sicurezza siamo molto deteriorate e che le autorità di Ankara abbiano aperto troppi fronti contemporaneamente. Da ultimo i rapporti deteriorati con Mosca dopo l'abbattimento da parte turca del caccia bombardiere russo ai confini siriani, una mossa che ha bloccato il flusso di turisti russi sulle rive mediterranee della Turchia e ha provocato gravi danni all'economia.
Anche la dura repressione dei qualsiasi voce di dissenso, da ultimo il cambio di direzione del più diffuso quotidiano turco Zaman, sotto la scorta della polizia in assetto antisommossa, non depone a favore di una situazione di normalità democratica del paese che stenta a trovare un equilibrio sociale dove le forze dell'opposizione possano esprimersi senza timori di azioni repressive. La tentazione di una via autoritaria per fronteggiare gli innegabili problemi sul campo si fa sempre più forte nel maggior partito al governo, l'Akp la cui anima liberale sta sempre più perdendo forza a discapito di quella islamico conservatrice e nazionalista.
In questo contesto anche l'economia potrebbe subire i riflessi negativi di una politica interna ed estera troppo poco propensa al compromesso e sempre pronta a cercare nuovi bracci di ferro con possibili antagonisti. Molti nemici molto onore, sembra essere il viatico di Ankara. Ma molti nemici alla lunga possono rendere la vita molto complicata a chiunque.
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