Mondo

Cook avvisa l'Fbi nel giorno dell'iPhone SE: «Sulla privacy…

  • Abbonati
  • Accedi
evento apple a cupertino

Cook avvisa l'Fbi nel giorno dell'iPhone SE: «Sulla privacy non molleremo»

Tim Cook all’evento Apple sul nuovo iPhone SE (foto AP)
Tim Cook all’evento Apple sul nuovo iPhone SE (foto AP)

Era senza dubbio uno dei keynote più attesi di sempre, quello di oggi a Cupertino. E questa volta i prodotti non c'entrano, o c'entrano poco. Perché a prescindere dalla solita attesa che Apple sa creare con dovizia quando lancia i suoi nuovi device, sullo sfondo si avverte tutta la pesantezza di una storia ancora da scrivere: quella che vede la casa di Cupertino contrapposta all'Fbi per la crittografia degli iPhone. Storia che nelle prossime ore verrà arricchita dalla prima udienza davanti a un giudice. E se Tim Cook ha deciso di aprire il suo speech parlando proprio di privacy e difesa dei dati degli utenti, non è certo un caso. Anzi, rafforza (qualora ce ne fosse ancora bisogno) la centralità e l'importanza che Apple ha dato e continua a dare a questa vicenda.

Cook ha usato parole misurate al millimetro, parlando di «responsabilità» da parte di Apple nel «proteggere dati e la privacy degli utenti». E da questa responsabilità, ha chiosato il Ceo, «non ci tireremo indietro, lo dobbiamo ai nostri utenti e agli Stati Uniti d'America». Cook ha ribadito l'importanza e l'intimità dell'iPhone: «Lo abbiamo costruito per voi, e ormai è un device che fa parte di noi stessi. È come un'estensione di ognuno di noi. È qualcosa di molto personale. E proteggere la privacy di ognuno di noi è un dovere» ha detto l'ad di Apple prima di ringraziare tutte le persone che stanno supportando l'azienda di Cupertino in questa battaglia legale. Battaglia legale che, come detto, domani si arricchirà del primo vero tassello, con l'udienza in tribunale in cui Apple dovrà motivare il suo no alle richieste dell'Fbi sulla creazione di una backdoor che consenta ai federali di sbloccare l'iPhone.

Il caso, ormai noto, è scoppiato con le indagini sulla strage di San Bernardino del 2 dicembre 2015, quando Syed Rizwan Farook e la moglie fecero fuoco all'Inland center uccidendo 14 persone. L'iPhone 5c di Farook finì nelle mani dei federali che hanno chiesto ad Apple, tramite un giudice, un software per bypassare il sistema di protezione. Richiesta alla quale Cook e i suoi si sono opposti sin da subito, trovando il sostegno delle maggiori aziende hi-tech americane (da Facebook a Google, ndr). Il resto è storia tutta ancora da scrivere.

© Riproduzione riservata