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Attacchi Bruxelles

Attacchi Bruxelles, la solidarietà di un bimbo profugo di Idomeni: «Sorry for Brussels»

La solidarietà per Bruxelles colpita dal terrorismo arriva da un luogo diventato simbolo di sofferenza: in un’immagine apparsa sui media internazionali, un piccolo profugo della tendopoli al confine tra Grecia e Macedonia innalza un cartello con la scritta «Sorry for Brussels» («Mi dispiace per Bruxelles»). Nello stesso campo - dove circa 12mila persone attendono da settimane che si apra un varco nella barriera eretta da Skopje - stamane un migrante si era dato fuoco durante una protesta.

Anche la massima istituzione dell'Islam sunnita, Al-Azhar, ha condannato gli attentati di questa mattina contro l'aeroporto e la metropolitana di Bruxelles, affermando che si tratta di «atti contrari agli insegnamenti dell'Islam». Proprio in queste settimane il Grande imam della moschea di al-Azhar, Ahmed al-Tayeb, è impegnato in missioni in Europa per portare avanti un «dialogo tra Oriente e Occidente» mirato a far chiarezza su «i veri concetti dell'Islam». Già lo scorso anno al-Tayeb aveva visitato una serie di Paesi europei e asiatici per diffondere i reali principi dell'Islam contro un uso distorto della religione fatto da gruppi estremisti, su tutti il sedicente Stato Islamico.

Solidarietà anche dal Centro Islamico Culturale d'Italia, che gestisce la grande moschea di Roma, che condanna la serie di attentati terroristici avvenuti oggi a Bruxelles. Il segretario generale del Centro islamico romano, Abdellah Redouane, afferma in una nota che “gli attentati alla vita umana non sono accettabili dall'Islam e dai musulmani” e per questo invita tutti “a pregare per loro e invocare Allah Altissimo e Onnipotente affinché infonda su tutta l'umanità la Sua grazia e la Sua pace”. Per la grande moschea di Roma “è necessario condannare in ogni sede il terrorismo, che va contro ogni religione. Oltre al cordoglio e alla condanna bisogna però trovare la forza per unirsi contro la barbarie e la violenza, non solo per garantire e difendere la democrazia, minacciata da forze oscurantiste di inusitata mostruosità. Per Redouane è da condannare ogni silenzio nei confronti di queste tragedie e bisogna invece sostenere chi da sempre è impegnato in prima linea per il dialogo tra le religioni e le culture e per la promozione dei principi di pluralismo e rispetto della libertà”.

Scritte e slogan di solidarietà anche su Twitter. Da Tintin alle frites fino alla statua simbolo di Bruxelles, il Manneken Pis: dopo le stragi di Bruxelles, il rifiuto del terrorismo viene espresso anche attraverso i simboli più amati del Belgio. Così in molti hanno scelto di condividere l'immagine di un Tintin in lacrime assieme al suo inseparabile cagnolino Milou. «Il Belgio piange i suoi bambini», è la scritta che accompagna il giovane protagonista del celebre fumetto creato nel '29 da Hergè. Qualcun altro ha preferito esprimere la sua rabbia con una foto in cui le frites - le gustosissime patatine fritte onnipresenti nei chioschetti di Bruxelles - sono composte in una forma che ricorda il dito medio. Un gestaccio chiaramente rivolto a chi, ancora una volta, ha messo a ferro e fuoco la città cuore dell'Europa. Non poteva mancare anche il Manneken Pis, la statuetta in bronzo che sorge in una fontana al centro della capitale belga e rappresenta un «ragazzetto che fa pipì». Nei messaggi su Twitter questa icona dell'indipendenza di spirito dei fiamminghi urina sui simboli del terrorismo: un kalashnikov o un involto di dinamite.

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