Mondo

Arte contemporanea, al via la Triennale di Setouchi

  • Abbonati
  • Accedi
pianeta giappone

Arte contemporanea, al via la Triennale di Setouchi

Una decina di giorni prima della Triennale milanese è partita la Setouchi Triennale, evento ormai classico di arte contemporanea che si svolge in 12 isole del mare interno del Giappone occidentale, tra la costa di Okayama e quella di Takamatsu (ossia tra l'isola principale di Honshu e quella di Shikoku).

Un festival che si inserisce quest'anno piu' che mai nel trend di rilancio del richiamo turistico del Paese per i visitatori stranieri, che interessa sempre piu' anche localita' periferiche, diverse dal classico circuito tra Tokyo e Kyoto.
Se l'arcipelago del Mare interno del Giappone e' interessato da tempo – come il resto delle aree rurali della nazione – da fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione, l'arte contemporanea ha fatto da argine – con il suo richiamo culturale e turistico – in alcune isole, in particolare grazie ai progetti artistici promossi dal gruppo Benesse. Questa societa' ha trasformato Naoshima in un'isola-museo, con un concentrato unico di opere permanenti che esaltano architettura (in primis con Tadao Ando), pittura e scultura della modernita', oltre naturalmente a strutture alberghiere di prim'ordine e di fama romantico-culturale. In seguito Benesse ha allargato la sua proiezione sulle isole limitrofe di Tejima e Inujima.
Il festival che si tiene ogni tre anni capitalizza sulle collezioni e installazioni permanenti ed espande la presenza artistica ad altre isole: Shodoshima, Ogijima, Megijima, Oshima. Shamijima, Honjima, Takamijima, Awashima, Ibukijima. In piu', viene coinvolta la cittadina portuale di Uno (da dove partono i traghetti per chi arriva da Okayama) e l'area portuale di Takamatsu (dove tra l'altro si terra' in aprile il vertice G7 dei ministri delle Comunicazioni).

Le opere d'arte sono sparse per le isole in contesti diversi: possono stare in strutture dedicate oppure essere collocate in piena campagna o sul molo. Spesso sono inserite all'interno di vecchie case o di fabbriche e depositi in disuso. Alcune abitazioni vengono trasformate per intero in vere e proprie opera artistiche.
Il festival si svolge in tre periodi distinti: primavera (dal 20 marzo al 17 aprile), estivo (dal 18 luglio al 4 settembre), e autunnale (8 ottobre-6 novembre). Alla fine, visto che varie opere diventano permanenti, in qualsiasi momento dell'anno il visitatore non restera' mai deluso: del resto, basta la sola Naoshima a giustificare il viaggio.
Tra il centinaio e passa di opera nuove di artisti giapponesi e stranieri, non e' facile dare indicazioni di priorita'. Ma a parte le tre isole che primeggiano artisticamente su base permanente, vale sicuramente la pena di spingersi a Shodoshima, isola nota anche per la coltivazione degli ulivi, a vedere le installazioni della stilista di moda Junko Koshino, quelle dell'artista nippo-brasiliano che vive a New York Oscar Oiwa e il “Sogno dell'Oliva” del taiwanese Wang Wen Chih. Merita poi una puntata la piccola Ogijima, dove si viene accolti da un terminal disegnato dallo spagnolo Jaume Plensa e si puo' entrare nel “Teatro dei suoni” di Akinori Matsumoto o guardare nel Kaleidoscopio di Takeshi Kawashima.

© Riproduzione riservata