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Sis contro l’Isis, il database europeo dei sospetti che non è…

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ANTITERRORISMO

Sis contro l’Isis, il database europeo dei sospetti che non è mai decollato

Olycom
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Il Trattato di Schengen vacilla sotto i colpi della crisi dei migranti e degli attacchi terroristici che hanno colpito il cuore dell'Europa e delle sue istituzioni politiche e di difesa comuni. Ma il trattato, che ha appena 31 anni, prevede al suo interno una cooperazione giudiziaria e di polizia rafforzata per la lotta alla criminalità e ai terroristi con la possibilità in alcuni casi per le forze dell'ordine di intervenire anche oltre i propri confini (ad esempio nel corso di inseguimenti di criminali) e l'integrazione delle banche dati delle forze di polizia in un database unico, il Sistema di Informazione Schengen (Sis) o Schengen Information System in inglese.

L'acronimo però, uno dei tanti dell'asettico linguaggio burocratico europeo, non ha avuto molto successo e - racconta il New York Times - solo gli agenti francesi, secondo un rapporto recente del Senato della Repubblica transalpina, diligentemente ne hanno aggiornano i preziosi files che possono essere usati dagli altri partner europei. Non c'è niente di automatico nell'aggiornamento del database. Gli altri stati membri infatti, per pigrizia, incapacità o disinteresse restano ai margini o peggio ,fanno, per ricordare una parola recentemente usata del presidente americano Barack Obama per gli europei nei confronti degli Stati Uniti, i free riders, gli scrocconi alle spalle degli altri.

Mercoledì alcuni membri del parlamento europeo hanno rilanciato la proposta di costituire una “Cia” europea, cioè di una agenzia europea di intelligence che coordini lo scambio di informazioni tra le varie agenzie nazionali e migliorare così il coordinamento tra le nazioni in materia ma senza suscitare molte reazioni.

Il problema è che l'intelligence vuol dire avere informazioni riservate e questo a sua volta significa avere molto potere. Nessuno di solito ci tiene a condividere informazioni che sono costate fatica, soldi e tempo e che possono costituire un vantaggio competitivo.
Cooperare non è facile ma è inevitabile. Molti sono gli ostacoli come un forte orgoglio nazionale e le resistenze delle burocrazie nazionali. Alcuni esperti sottolineano che, anche all'interno delle stesse nazioni europee, le agenzie di spionaggio - nella sola Francia ce ne sono ben 33 - hanno difficoltà a cooperare fra di loro.

Una maggiore cooperazione tra servizi segreti europei avrebbe forse potuto evitare la strage di Bruxelles. Il presidente turco Recep Taiyyp Erdogan ha avuto buon gioco a ricordare che il kamikaze Ibrahim el-Bakroui era stato arrestato in Turchia e consegnato alle autorità olandesi e poi belghe come foreign fighter, cioè possibile combattente dell'Isis di ritorno in Europa con passaporto belga ma che invece è stato liberato.

Una ultima annotazione. Sono circa 5mila i cittadini dell'Unione europea di cui le autorità hanno prova che hanno viaggiato in Iraq o Siria per unirsi allo Stato islamico e altri gruppi terroristici. Eppure, la banca dati dell' Europol contiene solo 2.786 foreign fighetrs, combattenti stranieri provenienti da paesi Ue, ha ammesso recentemente proprio il coordinatore antiterrorismo europeo in un recente rapporto. Una falla evidente che andrà chiusa al più presto e senza indugi.

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