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Kerry, Putin e il dialogo ritrovato

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Europa

Kerry, Putin e il dialogo ritrovato

  • –Antonella Scott

Hanno affrontato diversi temi, dalla Siria all’Ucraina. Ma al termine della visita di John Kerry a Mosca quello che tutti vorrebbero sapere è: che cosa c’era nella borsa del segretario di Stato americano?

Lo avevano ripreso mentre scendeva dall’aereo, la “ventiquattr'ore” in mano. «Siete messi male negli Stati Uniti – ha buttato lì Vladimir Putin, più tardi al Cremlino – se il segretario di Stato non ha nessuno che lo aiuti. O c’è dentro qualcosa di prezioso? Soldi per venire qui a contrattare?». «Le mostrerò cosa c’è quando saremo soli – ha risposto Kerry -. Sarà una sorpresa piacevole». Al termine dell’incontro la borsa era vuota, e il mistero irrisolto: «Resterà un segreto tra Putin e me», ha tagliato corto Kerry.

Atmosfera cordiale e cose non dette, è un modo per descrivere il senso di questa visita: la terza del capo della diplomazia americana in Russia in dieci mesi. Non ha scherzato solo Putin: Kerry e il collega russo Serghej Lavrov, che in quest’ultimo anno si sono visti ben 18 volte, sono ormai una strana coppia affiatata. Tanti da potersi prendere in giro in pubblico, come ha fatto Kerry – 72enne - con il collega che giovedì compiva 66 anni: «Sei un po’ più saggio ora, dovrai rispettare chi è più anziano di te».

Dietro i sorrisi, Putin si gode la considerazione ritrovata rispetto ai mesi dell’isolamento della Russia nella scena internazionale. Giovedì sera parlava con Kerry mentre in Siria le forze di Bashar Assad, resuscitate dal sostegno di Mosca, avviavano la riconquista di Palmira, e mentre a Ginevra gli sforzi congiunti di russi e americani sembrano muovere i primi piccoli passi sulla strada che dovrà portare Damasco e l’opposizione siriana a un’intesa politica. Ma oltre a questo, nessuno a Mosca ha svelato dove può davvero portare la schiarita nei rapporti russo-americani: si può solo intravvedere qualche accenno di soluzione tra le pieghe delle parole di Putin, Kerry e Lavrov. «Abbiamo davanti una lunga strada - ha detto Kerry - ma parto con una migliore comprensione dei passi da compiere con i nostri partner». Russia e Stati Uniti lavoreranno per assicurare il rispetto della tregua in Siria, e l’avvio di negoziati diretti tra Damasco e l’opposizione, per arrivare entro agosto a un accordo. Ma un’intesa sul destino di Assad – il vero nodo da superare - resta da trovare, così come è difficile vedere passi avanti seri in Ucraina, dove tutti si aggrappano a intese che nessuno vuol mettere in pratica. E l’abolizione delle sanzioni, il premio per Mosca – Kerry lo ha ripetuto – scatterà solo con l’attuazione degli Accordi di pace di Minsk. Sull’Ucraina Mosca e Washington, diversamente dalla Siria, non avevano finora neppure elementi di intesa sufficienti ad avviare un dialogo: a meno che nella valigetta di Kerry non ci fosse una bacchetta magica.

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